Sappiamo tutti come l’uscita di una nuova tipologia di Ram sia legata a stretto giro con l’uscita di processori in grado di supportare tali migliorie, accompagnate dal consueto upgrade di socket e chipset.
Abbiamo parlato ieri delle prospettive a 5nm di AMD, con Ryzen in versione 5xxx dovrebbe debuttare proprio il supporto a DDR5, oltre che il superamento della piattaforma AM4.
Dal lato Intel abbiamo informazioni, leggendo la road map, di Sapphire Rapids che nel 2021 dovrebbe supportare DDR5 e Pci-e 5.0, questo a livello server e professional.
Hynix però dichiara che la produzione di massa inizierà già nel 2020, con Samsung che invece pare sarà pronta “a un certo punto” del 2021, quindi scommettendo un po’ sulle tempistiche non è improbabile che a fine 2021 vedremo sia AMD che Intel, a livello mainstream, pronte per il supporto a questo nuovo standard, anche perchè, sempre Hynix, dichiara che il mercato DDR5 sarà del 25% del totale nel 2021 e ben del 44% nel 2022, quindi un passaggio “molto” veloce.
Ma che vantaggi porteranno? JEDEC non ha ancora finalizzato le specifiche, ma in linea di massima non dovrebbero variare molto dai dati disponibili ad oggi: il target è un 50-70% di aumento banda passante (e sentiamo già gli IF di Ryzen gioire), struttura a 32 bank in gruppi da 8 invece che 16 in gruppi da 4, il doppio della capienza (quindi 32 Gb saranno la media, con 16 Gb la base), l’SBR, che consente di accedere alla Ram quando è in fase di refresh, con 2 importanti vantaggi, minori latenze e miglior assistenza alle moderne CPU multicores, circuiti DFE, per migliorare la pulizia di segnale delle piste soprattutto in multicanale, infine il voltaggio passa da 1.2v a 1.1v, diminuendo così anche i consumi.