Dopo la cocente delusione di Fallout 76 ed un Borderlands 3 che non riesce ad essere all’altezza delle aspettative (forse troppo alte dopo il capolavoro del 2) esce il 25 ottobre 2019 quello che a prima vista può sembrare uno stranissimo connubio tra i 2 titoli sopra menzionati; ambientazione, grafica e personaggi sono tipici di un Borderlands, mentre storia, dialoghi e libertà di interpretazione tipici di un Fallout.
Il tutto si mescola per generare The Outer Worlds, sviluppato da Obsidian Entertainment e pubblicato per PC, PS4, Xbox One e Switch da Private Division (la versione Switch era attesa per il 6 marzo, ma la recente crisi sanitaria ha di fatto posticipato questa uscita, cosi come quelle di tante altre di cui ancora non siamo a conoscenza).
A 5 mesi dalla data di pubblicazione (ricordiamo che si tratta di un esclusiva Epic e Microsoft per quanto riguarda la versione PC, mentre della release di Steam ancora non si sa nulla) il titolo è riuscito a vendere oltre 2 milioni di copie, non senza essere avvolto dalle solite polemiche di protesta nei confronti di Epic, che di fatto ne hanno minato il lancio (e la sua diffusione) su PC.
Il titolo è stato giocato su un laptop HP Omen 15 con i7 7700 HQ a 3.5 GHz su tutti i core, 1060 6 GB Max -Q, 16 GB Ram 2666 MHz: con impostazione ad alto il gioco si attesta sui 100 FPS sufficiente mente stabili ad 80/85°C (il dettaglio delle temperature in un laptop è estremamente importante, ma può benissimo essere tralasciato in un PC Desktop sul quale, a parità di hardware, otterrete sicuramente qualche FPS in più), segno che comunque si tratta di un titolo che nonostante la grafica sia in stile tutt’altro che iperrealistico, ha il suo bel carico da gestire ma riesce a poter essere apprezzato da chiunque abbia una macchina da gaming, in quanto non richiede hardware esagerato per poter essere giocato egregiamente a 1080p e 60 fps.
TOW (verrà chiamato così d’ora in poi) rappresenta a tutti gli effetti una chimera videoludica, ma riesce nonostante questo ad avere una forte anima indipendente nella storia che vuole narrare e soprattutto nell’incredibile libertà che lascia al giocatore di interpretare il proprio personaggio come meglio crede. Gli NPC del gioco infatti reagiranno non solo alle nostre scelte basilari (situazioni da dentro/fuori, vivo/morto), ma anche nei vari metodi di approccio possibili (con questo intendo che attorno a noi i personaggi reagiranno alle nostre menzogne, alle prese di posizione, ai tradimenti, ai furti ed alle corruzioni, premiandoci oppure punendoci per ogni scelta fatta).
Questo unito allo stile altamente scanzonato e ad una sceneggiatura capace di mescolare sapientemente ironia e black humor a tematiche molto serie (qui si riconosce la mano sapiente del team guidato da Tim Cain e Leonard Boyarsky, ovvero gli ex game director della serie di Fallout) rende TOW qualcosa di fortemente ispirato ma altrettanto unico nel panorama videoludico.
I mondi di gioco sono vari e sono unici, con una propria flora e fauna tipica, mentre le fazioni che troviamo sui vari pianeti sono diverse ma perlopiù assimilabili tra loro; lealisti, ribelli, indipendentisti, operai… cambiano semplicemente nome alle loro organizzazioni ma sono perfettamente intercambiabili; va però guadagnata fiducia presso queste fazioni svolgendo missioni per conto loro cercando di accontentare chi ci sembra più convincente o chi ci offre di più. Fa parte de gioco accrescere la nostra reputazione da paladini della giustizia e della libertà oppure comportarsi come il più vile dei mercenari badando unicamente al proprio profitto.
Sistema solare di Alcione
Man mano che avanziamo nel gioco un altro celebre titolo mi è tornato in mente per le numerose affinità con TOW; sto parlando di Bioshock (capolavoro videoludico della Irrational Games) con cui condivide sistema di movimento e shooting (e questo nel 2020 non è affatto un complimento), un arsenale sorprendentemente simile, le tipologie di missioni da svolgere ed il design di alcuni ambienti (dominati da uno stile Future Steampunk che molto ricorda quando visto in Bioshock Infinite).
Ho cominciato questa avventura con le migliori intenzioni possibili, perché le premesse c’erano tutte, i giochi a cui si ispirava erano dei titoli che ho amato tantissimo e per tantissime ore sono andato avanti seguendo quella che volevo diventasse la mia storia, un modo unico e personalissimo di attraversare questa avventura nel remoto sistema solare di Alcione.
Mouse ed alla tastiera alla mano, il feeling notato sin dai primi attimi del gioco non è voluto andare via: dopo già poche ore di gioco si inizia ad avere la sensazione di stare giocando ad una demo : ma non per la presenza di bug (non ne ho mai incontrati durante tutta la campagna principale) o instabilità (titolo ottimizzato molto bene ad oggi, non so dirvi tuttavia al lancio), quando per la scarsità di contenuti presenti nel gioco appena si volta l’angolo e li lasciano per un attimo le varie missioni. In un gioco che già dal titolo “The Outer Worlds” dovrebbe invitare all’esplorazione delle ultime frontiere conosciute, è incredibile che non appena si esca dai vari insediamenti ci si trovi davanti degli “enormi” deserti con qualche mostro/bandito e poco più.
Non abbiamo boss o miniboss che non siano in qualche modo collegati ad una quest, non ci sono punti di interesse tali da giustificare un esplorazione approfondita delle varie mappe messe a disposizione, mancano le ragioni vere e proprie che ci spingono ad abbandonare le varie missioni per girare per la mappa per scoprire questi “mondi esterni”, queste frontiere planetarie….
Altra nota dolente in un titolo con una così forte componente narrativa è la modellazione grafica, in particolare quella dei personaggi. Su un titolo in cui si parla poco e si spara molto questo dettaglio passerebbe del tutto inosservato, ma non qui dove i dialoghi con i personaggi sono parte integrante del gameplay: il personaggi secondari, ad eccezione dei nostri compagni di viaggio, sembrano tutti delle facce riciclate con una palette colori diversa, mancano di personalizzazione e caratterizzazione, non presentano mimica facciale quando interagiamo con loro. Peggio ancora gli NPC senza nome che si limitano ad essere comparse nei vari luoghi in cui li incontriamo senza che diano alcun contributo al racconto o alla storia.
Io personalmente credo che il problema principale di TOW sia stato la mancanza di fondi e di supporto da parte di un colosso quale è la divisione gaming di Microsoft. Io sono sicuro che qualche mese in più di lavoro (e qualche milioncino in più di fondi) su questo titolo avrebbe potuto consentire alla maggiore rifinitura della parte grafica e scenografica dei numerosissimi ambienti, una maggiore attenzione a quelle che sono le reazioni, i gesti ma soprattutto le facce coinvolte nei numerosi dialoghi ed avrebbero permesso di ampliare maggiormente le aree di gioco con l’introdurre più attività da fare in questa frontiera (qualche minigioco, delle taglie da collezionare, cacce leggendarie, eventi di ogni genere e sorta in quello che a tutti gli effetti è il Far West della galassia).
Conclusioni
È una mezza delusione questo TOW, davvero.
Le premesse c’erano tutte, la trama, l’intreccio trai i vari personaggi, la scrittura dei dialoghi, le numerosissime possibilità offerteci durante il gioco, le sub quest dei vari compagni di viaggio, sulla carta ogni ingrediente necessario a creare un RPG FPS tale da potuto riscrivere le regole di questo genere era presente: avrebbe rappresentato il ponte di riferimento per la fine di questa generazione videoludica e l’inizio della prossima all’insegna della libertà di espressione e della buona scrittura di una storia.
Sono combattuto pure sul voto, siamo sul 3 stelle perché è troppo ben pensato come titolo per essere un brutto gioco ma purtroppo troppo poco rifinito e lavorato per essere un degno tripla A da 4 o 5 stelle (cosa che con i dovuti accorgimenti potrebbe meritare senza ombra di dubbio).
La cosa ottima per alcuni di voi è che si trova nel Game Pass di Xbox. Quindi sia che siate da console Microsoft che da PC, lo avrete già incluso nell’offerta mensile che il Pass Xbox vi mette a disposizione (ricordiamo che da PC la registrazione per il primo mese è a solo 1€, cifra irrisoria per la mole immensa di titoli Microsoft, e non solo, che il pass vi mette a disposizione). The Outer Worlds è un titolo per certi versi memorabile, rimarrà per sempre nei nostri ricordi come quel gioco di fine generazione che poteva rappresentare la pietra miliare dell’Action RPG in prima persona, il degno e fiero erede della serie Fallout.
Peccato…
Concordo in pieno con quest’analisi, purtroppo a grandi premesse e possibilità, ne esce un buon gioco, senza fare quel passo oltre lo scoglio, comunque una delle analisi più disincantata e veritiera che mi sia capitato di leggere in giro.