Maggio 2020, piena pandemia globale, avete massacrato il vostro pad e platinato tutto il parco titoli in vostro possesso ormai da giorni e siete alla disperata ricerca di un nuovo titolo che vi tenga impegnati durante le tediose giornate di maggio.
Causa pandemia le nuove uscite videoludiche scarseggiano e, mentre scorrete gli store digitali alla ricerca del vostro prossimo gioco, vi appare davanti a voi Street of Rage 4:
il titolo e le immagini promozionali catturano la vostra attenzione e vi ritrovate una strana sensazione addosso, quasi un déjà-vu, mentre guardate attentamente le grafiche promozionali.
“Questo nome non mi è nuovo, dove l’ho già sentito/visto” riflettete pensierosi mentre scorrete la vostra enciclopedia mentale indietro nel tempo ed agli albori delle console, tra qualche flash risalente all’era di Tekken, Resident Evil e Metal Slug, vi appare come in una visione!
“È il seguito di Street of Rages 3, quello con cui ho sfondato la TV della zia con il mio SEGA Mega Drive a pasqua nel ’94!”
Siete sopraffatti da emozioni e ricordi quando scoprite che è stato incluso nel GamePass di Xbox, quindi vi basta premere sul pulsante download (sia che voi siate su Xbox che su PC Windows) e dopo pochi minuti (circa 5 se avete una qualunque connessione in fibra dato il peso di soli 4.5 GB) siete già con il controller in mano a rivivere la vostra infanzia.
Sviluppato da Lizardcube, Dotemu e Guard Crush con la distribuzione curata da SEGA, siamo di fronte all’ultima declinazione del picchiaduro a scorrimento del XXI secolo. Lo stile è squisitamente retrò sia nel comparto grafico (dove viene simulato il vecchio stile a 16 bit tipico delle console degli anni ’90) che nello stile di combattimento ( il gioco è pensato tutt’oggi per essere giocato con un controller a 6 tasti, tipico del SEGA Mega Drive o dello SNES).
Anche il gameplay stile arcade ricorda molto i tipici giochi da cabinato delle sale arcade, quelli in cui un gettone corrispondeva ad una vita e man mano che si avanzava nel livello si aveva la possibilità di guadagnarne altre a patto di giocare “bene”.
Sebbene gli sviluppatori abbiano dichiarato di aver mantenuto lo stile di gioco tipico del terzo capitolo, un’innovazione che ci ha fatto piacere sperimentare è stato l’introduzione di un attacco speciale ( tasto Y del controller Xbox) che viene attivato pagando un piccolo costo in vita che può essere recuperato continuando ad attaccare i nemici senza prendere danno per 3 o 4 colpi: questo apre la possibilità a decine di combo “pain and gain” estremamente potenti che però in caso di fallimento ci potrebbero mettere davvero con le spalle al muro.
La storia riprende esattamente dove era rimasta alla chiusura del terzo capitolo nel 1994, dopo la sconfitta di Mr. X, quindi si affronta un’avventura inedita per le incredibilmente violente strade cittadine alla caccia di nuovi cattivi (i figli di Mr. X, che fantasia, eh?). I personaggi, eccezion fatta per Alex Stone, Blaze Fielding e ADAM, sono tutti inediti e sbloccabili man mano che si prosegue nella campagna e sono tutti ben caratterizzati sia nella personalità che nello stile di combattimento.
Il gioco è tutto qui, si tratta di un operazione nostalgia su di un gioco popolare durante gli anni ’90 che non prova neanche ad innovare per aggiornare il titolo ai giorni nostri, ma ripresenta la stessa formula che, seppure fantastica ai tempi, è vecchia di 26 anni!
Altre operazioni simili sono state fatte in passato e si continuano a fare tuttora ( basti pensare al recentissimo DBZ Kakarot, oppure ai remake di Resident Evil 2 e 3), ovvero prendere una storia o un gioco celebre nel passato e riproporlo al pubblico del 2020 per farlo girare al meglio sulle macchine del 2020; con SoR4 anche i requisiti minimi sono datati (parliamo di hardware di almeno 10 anni fa) il che suggerisce che tutta questa operazione non sia altro che un vecchio progetto scartato tempo fa e riproposto senza neanche aver aggiornato l’impianto per i giorni nostri.
Questo non significa che il titolo sia riuscito male o che abbia problemi; per quello che è risulta essere un’avventura avvincente con uno stile iconico e con una colonna sonora ispiratissima, realizzata dagli storici compositori dei primi capitoli che rievocano alla perfezione l’elettropop e il punk tipico di quegli anni ormai andati.
Tutta l’opera da l’impressione di essere un progetto che lo studio di sviluppo ha “ripescato” o “ritrovato” in qualche cassetto dimenticato da tempo, perché questo lavoro sarebbe potuto essere un ottimo gioco con un anima vintage circa 10 anni fa.
Al giorno d’oggi, dopo aver visto dei capolavori del passato ritornare più belli e attuali che mai ( DOOM, Resident Evil, HALO), affrontare i 12 stage di Street of Rage 4 lascia nella mente un unico quesito: perché non osare di più? perché accontentarsi del minimo sindacale?
Conclusione
Sarebbe potuto essere un viaggio negli anni ’90, una piacevole riscoperta di un modo di giocare che oramai sopravvive unicamente nelle memorie dei trentenni di oggi, ma invece abbiamo per le mani un altro di quei titoli che nel giro di qualche mese cadrà nel dimenticatoio nonostante il pedigree di gioco di razza ed uno stuolo di fan sparsi in giro per il mondo.