Distributore: Devolver Digital | Versione testata: Steam | Costo: 20,99 euro | Data rilascio: 16/09/2020 |
Si dice che ciò che differenzi l’uomo dagli animali sia il pollice opponibile, elevando il suo intelletto. Eppure è pieno di animali capaci di manipolare oggetti. In realtà l’uomo, come anthropos, è diventato tale quando ha alzato la testa al cielo per osservare le stelle: capire cosa fossero, sognare di valicare quella barriera impalpabile chiamata cielo e superare il mondo uranico, appannaggio divino, per diventare lui stesso dio della propria progenie, sfidando gli dèi come Prometeo. Ci siamo riusciti. Ma il cielo è solo il primo passo, non v’è vera sfida che si possa chiamare tale se ha dei limiti, è tale se trascendente. Sfidato – e vinto – il cielo, l’uomo sogna di conquistare i pianeti.
E su questo sogno proibito, feticismo del proprio sfrenato ego solipsista, si basa Ragnorium.
“Life and death are product of chance, time and unexplained factors”
Pensata e iniziata nel 2017 da un neofita del settore, Vitali Kirpu, Ragnorium – Planet Recolonization Odyssey è un’opera ad accesso anticipato su Steam dal 16 Settembre: un survival city simulator che, sulla carta, non spruzza certo per originalità. Anche l’ambientazione futuristica della conquista spaziale non è certo una novità, in questo come negli altri generi intellettuali: eviteremo dunque di citare, paralessicamente, opere ormai secolari come Le Voyage dans la lune di Méliès e, anche solo rimanendo nel nostro ben più giovane medium di competenza, potremo fare fin troppi nomi. Nonostante ciò l’abbiamo provato approfonditamente e ci ha intrattenuto. Se siete curiosi di saperne di più di questo early access, vi consigliamo di proseguire nella lettura.
Ragnorium, il nuovo mondo
Decimata la popolazione, l’ordine mondiale si divide in due grandi fazioni: da una parte la Clone Union, che racchiude a sè la comunità scientifica, i cloni e altre minoranze, e dall’altra l’Ark Empire che invece, più tradizionalista, ha dalla sua le comunità religiose. Queste due fazioni, nonostante ideologie e metodi drasticamente differenti, hanno cercato di mantenere una situazione di non belligeranza, una pace di comodo, ma nulla può durare per sempre, soprattutto con equilibri così delicati, tornando dunque al bellicoso status quo ante, la Guerra Santa (Holy Crusade).
Questo è l’incipit della narrazione, raccontataci all’avvio del gioco attraverso delle semplici linee di testo prima ancora che si aprano titolo e menù di gioco: benchè sia palese che la scelta di tale espediente sia dovuto a un basso budget, questa soluzione è certamente la migliore che abbiano potuto fare col poco a disposizione, una scelta retrò che ricorda i titoli della terza generazione e, grazie anche ad un ben fatto accompagnamento sonoro elettro-trance (ennesimo, seppur gradito, clichè del genere), l’introduzione funziona.
L’inizio dell’odissea
Avviata la modalità standard del gioco, definita Odyssey, prima di iniziare attivamente la nostra partita, a bordo della Hermes-1, la più colossale stazione spaziale mai concepita dal genere umano e capace perfino di creare replicanti umani, dovremo creare grazie alle tecnologie a nostra disposizione, un vascello personale, personalizzandolo con delle risorse economiche limitate e trovando il giusto rapporto tra capsule per i nostri coloni artificiali (anch’essi creabili a nostro piacimento, seppur per adesso alcune opzioni siano ancora limitate), capsule di stoccaggio e bonus di varia natura. Durante il processo il nostro vascello assumerà forme diverse in base alle nostre scelte ingegneristiche e potremo ammirare il risultato muovendo la camera.
Pronti per il viaggio sotto la bandiera della Clone Union, sarà nostra premura decidere il pianeta da colonizzare: per adesso solo due pianeti sono disponibili, il primo è l’Esma-01 e cioè il pianeta di default, il secondo invece, lo Sahron-03, sarà sbloccabile solo previa registrazione e attivazione delle proprie credenziali sul sito ufficiale. Indubbiamente poco, ma ricordiamo che è un early access e molte altre mappe verranno aggiunte col tempo.
Lanciato dunque il nostro “vassel” nell’atmosfera, si aprirà ai nostri occhi il mondo di gioco a volo d’uccello: da qui sarà possibile decidere dove lanciare le nostre capsule e dunque il luogo che d’ora in avanti sarà la nostra casa. In base alle risorse disponibili intorno al punto su cui passeremo il cursore, verremo avvisati se sarà una partita in easy, normal o hard mode.
Arrivano i pionieri
All’atterraggio, non ci saranno solo i coloni: con noi ci sarà il Computer Quantico, l’anima della nostra spedizone, ciò che non solo ci terrà in contatto con la stazione madre, ma sarà il fulcro nevralgico della nostra colonia e nulla potrà essere costruito al di fuori del breve raggio di portata di tale cervello elettronico.
Come detto, il gioco si presenta da subito come un classicissimo simulatore di sopravvivenza e bulding simulator, con un’interfaccia standard, ma ben studiata, a cui non sarà difficile adattarsi in brevissimo tempo: a sinistra, le informazioni dei nostri coloni, in basso tutte le opzioni per poter fare crafting (e non solo), a destra le informazioni delle missioni. Proprio così: sin da subito il gioco sarà scandito da obbiettivi da svolgere per acquisire punti esperienza e punti influenza che ci porteranno spesso a mettere da parte la mera simulazione per addentrarci in missioni contro gli scagnozzi dell’Ark Empire per il predominio del territorio. Obbiettivi sempre abbastanza brevi ma soddisfacenti, che, come piccole ciliegie, ci faranno spesso dire “ancora un’altra”. Soltanto al raggiungimento di un determinato numero di punti esperienza e di influenza potremo far salire di livello il Commander, che scandirà l’ingresso a una nuova fase di gioco. Ma il salto di livello non sarà automatico, ma manuale: prima di passare alla successiva fase, potremo decidere di continuare con le quest dell’attuale per livellare i nostri coloni (i cui punti esperienza sono scollegati da quelli del Commander) e guadagnare ancora più punti influenza, necessari per i cicli degli Eventi, situazioni casuali in cui verremo messi di fronte ad alcune scelte, positive o negative, in base ai punti che decideremo di spendere o che, più semplicemente, potremo spendere. Eventi che saranno sempre più serrati e sempre più avversi e sfavorevoli.
Grafica e gameplay
Graficamente il gioco è ancora abbastanza minimale, lo stile definito dall’autore è “3d pixellated”, con i dettagli direttamente texturizzati sui poligoni: il colpo d’occhio per adesso è solo sufficiente, vedremo come questa scelta artistica verrà sviluppata con l’andar del tempo e se renderà pago l’occhio. Inoltre, la risoluzione è upscalata e coperta da un filtro, il che rende tutto leggermente impastato: ciò potrebbe essere una precisa scelta, supponiamo temporanea, per rendere il gioco più fluido in questa prima fase; infatti, nonostante la leggerezza del gioco, la prima versione testata era altalenante tra i 28 e i (rari) 36 frame al secondo: durante la nostra prova un minor update ha portato il gioco a 40 frame stabili e risolto numerosi problemi.
Dal lato survival e city bulding, il gioco si presenta nella sua forma più classica e pura, senza nessuna variazione del genere rispetto a quanto già visto in svariati titoli, possiamo però far presente che allo stato attuale alcune logiche siano ancora da rivedere. Ma tutto ciò, è stato già dichiarato, verrà stravolto poco a poco fino alla versione definitiva, tra boss, numerosi mondi, nuovi obbiettivi e tecnologie.
Early Access
Lo sviluppatore, al rilascio ufficiale dell’accesso anticipato, ha dichiarato uno sviluppo del gioco per altri 12/24 mesi. La logica economica del suo rilascio è a metà – se così si può dire – tra un accesso anticipato e un crowdfunding: anzichè vendere il gioco a prezzo pieno, l’early access è ora disponibile a un prezzo budget che verrà man mano aumentato con gli sforzi dello sviluppatore fino al rilascio definitivo della versione 1.0; qualora interessati, aiutare il progetto già da adesso con un piccolo biglietto d’entrata (ma che permetterà comunque di godere del gioco completo) sarà sicuramente conveniente e proficuo sia nella qualità finale del gioco che nelle tempistiche di rilascio.
Direi esperimento interessante, una scommessa che poi non costa molto ma che può offrire grandi prospettive.