Distributore: | Versione testata: | Costo: | Data rilascio: |
Wales Interactives | Steam | 12,99 euro | 31/03/2020 |
Le avventure grafiche in FMV sono state, in un preciso periodo storico dell’evoluzione Pc, un terreno di sperimentazione e giubilo per diverse software house, spinte dalle nuove possibilità di archiviazione tramite CD-ROM, passato poi a DVD-ROM.
Le possibilità narrative nel passare dal Floppy Disc da 1440 kbyte a supporti da 700 Mbyte resero l’esigenza visiva e interattiva una costante a cui non si poteva voltare le spalle, quello spazio doveva essere riempito in qualche modo, tanto che si assistette a remake di vecchi titoli che aggiungevano solamente video di contorno.
Oggi questa tendenza non esiste più, ma ci sono realtà, come Wales Interactive, che ancora propongono prodotti che stazionano tra quella linea rossa tra film interattivo e videogioco, cercando di carpire il meglio da entrambi gli ambiti: da tutto questo nasce The Complex.
FMV in chiave moderna
In un periodo come quello che stiamo vivendo fatto di Pandemia di Covid19, pare una tematica alquanto azzeccata poter narrare di laboratori angusti e misteriosi dove una società dalle feroci mire capitalistiche sta sviluppando, sulle spalle dei più sfortunati, qualche farmaco in grado di migliorare e agevolare alcune tecniche mediche in cambio di un corposo bonus danaroso.
Alla miscela non manca proprio nulla: una avvenente protagonista, Amy Tenant, dedita al lavoro di ricercatrice con una latente ingenuità di fondo, con mille paletti morali e con un’etica che da subito si scontra contro certi meccanismi capitalistici. (perfetta per un setting come quello delle avventure FMV)
Essa, però, è autrice di una scoperta definitiva sull’uso delle nano tecnologie come mezzo per programmare cure agli organi interni, una prospettiva talmente ambita che la vedrà rischiare la pelle insieme a un suo vecchio collega, dottor Rees.
Lo stesso sarà introdotto in un breve gameplay iniziale che avrà funzione anche di tutorial: ci troveremo in missione umanitaria nello stato del Kindar, dove dovremo fare importanti scelte morali, talmente pesanti che vedranno il nostro coprotagonista darsela a gambe.
Ci troveremo ben presto in uno strano intreccio fatto di veline che man mano verranno lacerate in un continuo approfondimento e caratterizzazione dei personaggi, quantomeno i principali, tentando di simulare il Pathos di una produzione cinematografica.
La scelta del Gameplay
La scelta è proprio il fulcro e l’anima del gameplay, con le relative conseguenze nel proseguo della trama ed essa sarà praticamente l’unica forma di interazione con la riproduzione di quello che è a tutti gli effetti un film interattivo.
Avremo quindi pochi secondi per selezionare una delle alternative (spesso morali) che ci verranno proposte per plasmare una nostra interpretazione della storia, che ovviamente segue comunque un binario molto rigido, ma che si conclude in uno degli 9 finali presenti a seconda di determinati bivi che decideremo di intraprendere e che possono comportare anche la morte di una delle figure presenti nel videogioco.
Quest’ultime sono in totale 9, avremo modo di valutare le relazioni con gli stessi in un utile menù che è un po’ l’indice generale delle nostre prestazioni in partita, di certo, vista anche la durata della prima run che a stento raggiunge l’ora e mezza non si possono toccare alcune vette nell’intreccio narrativo che un prodotto che si basa in gran parte sullo stesso, meriterebbe.
L’esecuzione, quindi, di The Complex, nonostante buone premesse, seppur non originali e in gran parte già viste, si scontra con un pregiudizio terribile: il Pathos e la curiosità della novità non si ripete con le successive partite, visto che, a meno che non si voglia concludere il prodotto da puristi della scelta senza esplorare le alternative, questa sarà una dinamica assolutamente necessaria.
Alla seconda run già si avvertiranno i primi sintomi di noia che diventeranno evidenti con la terza, relegandolo a una forzatura de facto per allungare un’opera più prettamente cinematografica nei canoni classici di un videogioco, un’ombra che palesemente non si concilia come dovrebbe.
Tecnica
Tecnicamente come pulizia dell’immagine e qualità non si può che essere assolutamente soddisfatti, così come la fluidità, minata solo da piccoli stacchi quando si è in prossimità di una scelta.
Anche a livello di recitazione, seppur sotto l’ombrello evidente di produzioni che devono fare diversi compromessi col budget, non ci sono lacune evidenti.
Il prodotto non è localizzato in italiano vocalmente, ma solo come sottotitoli.
Conclusioni
Il modo più semplice per concludere questa review potrebbe essere quello di non consigliarne l’acquisto, visto quanto documentato a livello di gameplay non crediamo che nessun giocatore possa accontentarsi di un ora e mezza di pathos puro (e riuscito) seguito da noiose repliche per cercare di sbloccare tutti i finali.
Non riteniamo nemmeno che codesto sia un asset necessario nell’approcciarsi alle produzioni FMV, dove ricordiamo prodotti come Telling Lies o tutti i giochi (anche moderni) di Tex Murphy in cui l’interesse è traghettato per un numero considerevole di ore.
Il vero problema di The Complex è che l’asticella è stata spostata verso un’esperienza troppo “cinematografica” e troppo poco “videoludica”.
PRO | CONTRO |
Ottima qualità video | Ripetitivo |
Interessante prima run | Rigiocabilità obbligatoria |
Nulla che non sia stato già visto |