Bentornati, utenti del Vault, in questo nuovo episodio della rubrica Video Riflettendo.
Se c’è una cosa che i videogiochi, nel corso della loro esistenza, hanno saputo fare è unire le persone sotto l’egida di una passione comune. Dal momento che il medium è diventato un fenomeno massificato sono stati sempre più numerosi i videogiocatori che, desiderosi di condividere la propria passione con altre persone, si sono uniti in quello che oggi è diventato un fenomeno comune a qualsiasi genere. Stiamo ovviamente parlando delle community. Ma che cos’è una community, esattamente? Esattamente come PC Gaming Vault, non è altro che un gruppo di persone accomunate dallo stesso interesse. Vista così, si potrebbe pensare che sia una cosa unicamente positiva, non è vero? Purtroppo la realtà non è così rosea e, anzi, spesso e volentieri il concetto di community assume tonalità grige, in quanto laddove può essere la soluzione per condividere la propria passione, può anche essere la scusa per certe persone di denigrare il prossimo quando questo non si uniforma a determinati standard. Non ci credete? Restate con noi, e vi promettiamo che il concetto vi risulterà molto più chiaro.
Girovagando su YouTube non sarà certo difficile trovare dei video con il tag “Gaming Rage”. Vi è mai capitato di guardarli? Orbene, per coloro che ne sono completamente digiuni, spieghiamo di cosa si tratta: sono raccolte di clip, montate in unico video, che mostrano i gamer nel loro ambiente naturale, ovvero il videogioco, ma in situazioni che li vedono sempre finire preda di una furia incontrollabile a seguito di una sconfitta. Vi starete chiedendo, adesso, cosa c’entra questo genere di video con il discorso che stiamo cercando di imbastire. Ebbene, il punto focale della questione è, in questo caso, l’eccessivo zelo che taluni mettono nella fruizione del nostro medium preferito. Sia ben chiaro, non stiamo dicendo che godersi all’estremo un titolo sia sbagliato, dipende sempre da come lo si fa, ma in questo caso possiamo affermare senza timore di smentita che si toccano picchi negativi difficilmente contemplabili da un essere umano. E, purtroppo, che ci piaccia o no, questo genere di gamer è proprio alla base della tossicità delle community, un fenomeno che può risultare alquanto frustrante e, nel peggiore dei casi, anche limitare o cancellare completamente il godimento nei confronti di un titolo.
Oggigiorno, è risaputo, la componente online costituisce una fonte di attrattiva enorme per il mercato del gaming; molti utenti, infatti, cercano non tanto un modo per godersi una trama avvincente e ben articolata ma, piuttosto, qualcosa che possa mettere alla prova le loro abilità, che possa portarli a confrontarli con altri giocatori. Quale che sia il modo giusto di fruire il videogioco non è argomento da discutere in questa sede, naturalmente, ma il comparto online costituisce un’ottima base per imbastire il vero nocciolo del discorso. Titoli come Halo, GTA Online, Call of Duty, Dark Souls, Fortnite e League of Legends sono solo alcuni dei titoli che è possibile citare in tal senso e, sicuramente, quelli più tristemente noti per la tossicità delle loro community. Ma da dove viene questo sentimento negativo?
Girovagando per qualsiasi forum che tratti dei videogiochi sopra citati (chi scrive ha una più che discreta esperienza con i forum a tema Dark Souls, ma si può prendere ad esempio un qualunque altro forum a tema, naturalmente. N.d.r) si potrà senza dubbio notare come il sentimento preponderante sia un senso di onnipotenza da parte dei partecipanti alla community, che li porta troppo spesso e purtroppo volentieri a porsi con cattiveria ed alterigia nei confronti dei poveri disgraziati ignari che, giunti sulla piattaforma per chiedere consigli, si vedono rispondere con toni sprezzanti da individui convinti di essere gli unici capaci di fruire di questo o quel titolo, e che chiunque non giochi come loro o ai titoli che piacciono a loro sia un’ameba senza cervello senza abilità. Individui che trovano il prorpio godimento nell’umiliare e ridicolizzare il prossimo. “Fai schifo”, “Non sei capace di giocare nel modo giusto”, “Se non giochi in questo modo sei stupido”, “Tu sei un nabbo, io sono un professionista” sono solo alcune delle frasi che è possibile vedersi rivolgere all’interno di una community tossica, spesso e volentieri, insieme a quella che nel corso degli anni è diventata il simbolo, tristemente, della community di Dark Souls.
Come forse si potrà rendere conto chi mastica un po’ di inglese, questa non è altro che una corruzione della frase “Get Good”, che banalmente significa “Impara a farlo” o anche solo “Migliora”. E se di per sé non ci sarebbe niente di male in un “consiglio” del genere, quello che ormai è diventato uno slang delle community internet a livello internazionale non è altro che il simbolo dell’elitarismo e della tossicità delle community online, e questo perchè rappresenta un mondo in cui si è costretti a nascere imparati per poterne far parte, un mondo che non accetta le persone nuove, prive di conoscenza e capacità, un mondo in cui l’unica opinione a contare è la propria, senza che ci sia volontà di ascoltare quella altrui. E purtroppo, amici del Vault, questa è una realtà sempre più consolidata nel mondo del gaming, ma non solo. Perchè se è vero che in questo episodio di Video Riflettendo si è preso in esame il videogioco come prodotto di cui fruire, è altresì vero che questo stesso concetto si può applicare a qualsiasi argomento che possa far nascere una community. Perfino a gruppi come il nostro, certo.
Noi di PC Gaming Vault possiamo e vogliamo assicurarvi che la realtà che abbiamo costruito non avrà mai questo tipo di attitudine, essendo nata proprio come luogo in cui potersi confrontare liberamente anche senza essere dei pozzi di scienza dell’argomento che trattiamo. Ma, cionondimeno, ci teniamo a conoscere il vostro parere su questo argomento piuttosto spinoso, e mentre aspettiamo di conoscere la vostra opinione, vi ricordiamo di dircela qua sotto, o sul nostro gruppo Facebook.
Da PC Gaming Vault è tutto, buon fine settimana!
Credo che chi più o chi meno ci siamo passati tutti, spesso la causa è la maleducazione sia che sia il pro sia che sia il newbie. Spesso in situazioni di stress come competizioni o sconfitte umilianti, se si è maleducati con qualcuno o lo sono con noi è facile sfociare in insulti vari senza alcun genere di scopo se non sfogare la rabbia del momento.
Si ma sfocia nella direzione sbagliata, dovrebbe essere stimolo a migliorarsi: ricordo ancora una partita di Fifa in cui venni sconfitto 5 a 0, fu l’espediente più importante per diventare un giocatore migliore, perchè nell’abilità del mio avversario avevo visto chiare le mie debolezze. Lui si vantò, non diedi peso alla cosa, ma non ho fatto lo stesso con altri giocatori per vendicarmi dell’onta che avevo subito: bisognerebbe solo ringraziare chi è sfidante, chi è bravo e lo stesso non avrebbe motivi per giungere a frustrazione consapevole della stima che proviamo per il suo operato. Invece molto spesso prevale il… Leggi il resto »