Giudicatemi per quello che sono
Prima di lasciarvi alla lettura della nostra recensione vorremmo fare una piccola ma doverosa premessa:
Noi di PcGamingVault trattiamo e recensiamo esclusivamente titoli in versione PC, tuttavia, non vivendo fuori dal mondo, siamo a conoscenza delle critiche rivolte alle problematiche versioni console.
Non tratteremo tale argomento all’interno di questo articolo ma abbiamo notato che alle per lo piú lecite critiche rivolte all’ espressione tecnica del titolo (Instabilitá, problemi di framerate, texture che non si caricano etc.) su tali macchine, si sono accodate, anche da giocatori PC, pesanti critiche modellate soprattutto sul confronto con le produzioni Open World nate in casa Rockstar come Red Dead Redemption 2 e GTA V.
Cyberpunk é si un Open World in cui si sfreccia in auto e si spara ai nemici, ma la sua essenza é quella di un GDR. Preparatevi quindi a dover gestire un inventario, a craftare e potenziare armi, a decidere con chi e per chi lavorare, a dover scegliere come e quando agire e ad eventualmente confrontarvi con nemici che potrebbero essere di livello superiore al vostro.
In soldoni, non lamentatevi se sparando in testa ad un nemico questo non stramazzerà al suolo al primo colpo o se l’ impianto di combattimento non brillerà per dinamicità.
Fatta quella che ci sembrava essere una doverosa premessa, buttiamoci nella recensione vera e propria.
Piacere, V
Avviando una nuova partita dovremo scegliere uno dei tre “life path” disponibili per il nostro personaggio che fungono da background narrativo e da introduzione a Night City.
Prima di immergerci nel mondo di gioco però, avremo la possibilità di personalizzare V mediante il tanto chiacchierato editor del personaggio.
Sebbene ci venga proposta totale libertà di personalizzazione su elementi interessanti come colore di unghie, denti, tipologia di voce e genitali, l’ editor ci ha lasciati leggermente perplessi sulla personalizzazione degli elementi più “classici” e naturali, mostrandosi non poi così completo per quanto riguarda i tratti più naturali come stazza e corporatura, completamente assente, o forma e posizione del naso e della bocca, poco plasmabili e ridotti per lo piú a modelli predefiniti. Rimane divertente sperimentare con cyberware e chincaglierie varie ma i fan sfegatati della personalizzazione rimarranno parzialmente interdetti.
Bisogna ammettere che se CD Project non avesse millantato a piú riprese tale componente non ce ne saremmo probabilmente curati piú di quel tanto, dato che le situazioni in cui vedremo V all’interno del mondo di gioco saranno estremamente limitate data la natura in prima persona del titolo.
Attenzione peró poiché ad oggi, una volta scelto il proprio aspetto fisico, non sarà più possibile cambiarne nessun elemento, nemmeno dettagli come taglio di capelli o colore delle unghie. Strano quindi che a Night City, dove chirurghi specializzati in innesti cibernetici operano nel retrobottega, non ci sia nemmeno un parrucchiere.
Ironia a parte, non é improbabile che tale possibilità venga aggiunta con qualche futura patch visto che tecnicamente non ci dovrebbero essere particolari problemi ad implementarla.
Benvenuti a Night City
Dopo il primo prologo iniziale, differente per ognuno dei tre “life path” poco sopra menzionati, gli eventi vanno incanalandosi in una narrazione piuttosto serrata e lineare, evolvendosi per una durata di circa 8-9 ore fino ad arrivare all’epilogo della premessa che dará il via alla vera avventura di V. Poco sarà lo spazio dedicato a decisioni chiave ed incarichi secondarie in tale sezione. Sicuramente tale lungaggine potrebbe far storcere il naso a qualcuno, tuttavia vi assicuriamo che la qualità, il ritmo e la profondità di tale sessione sono talmente alti da far perdere la cognizione del tempo.
Senza esser troppo specifici, vi diremo solo che ad un certo punto della storia vi troverete profondamente… diversi.
La vostra vera avventura comincerà solo allora.
Se già con The Witcher 3 CD Project RED era riuscita ad intelaiare un tessuto narrativo di altissima qualità sia nell’ espressione delle missioni principali che in quella delle sotto-trame secondarie, in Cyberpunk 2077 si é spinta oltre riuscendo a spezzare quel canonico paradigma di distacco tra main e side quest che qualsiasi GDR moderno tiene a sottolineare. In Cyberpunk 2077 l’ impressione di dedicarsi a qualcosa di “secondario” é davvero rara, piuttosto si viene pervasi da una sensazione di piacevole “continuitá” mentre ci si destreggia incarichi principali o meglio “essenziali” ed incarichi secondari che arricchiscono non solo l’ esperienza e la longevitá del titolo, ma influenzano, modellano ed ampliano la trama principale riscrivendo le regole della progressione in base alle peculiarità del giocatore.
Tale struttura garantisce una profondità e una libertà d’approccio alla linea narrativa mai vista in un videogioco, stimolando il giocatore tramite un contesto ricco, sfaccettato e fortemente connesso, ma dandogli al contempo la possibilità di giocare e finire il titolo dedicando ad esso il tempo che si ritiene opportuno.
Per vedere i titoli di coda alla fine della nostra prima run abbiamo impiegato circa 47 ore, dedicandoci per lo piú alla trama principale e a qualche filone secondario. La sensazione era comunque quella di aver lasciato indietro qualcosa ed infatti solo all’ alba delle 60 ore abbiamo ottenuto un finale soddisfacente. Dedicandosi esclusivamente al completamento della storia é molto probabile si riesca ad arrivare ai titoli di coda investendo le canoniche 25/30 ore. Non é qualcosa di consigliabile ma é sicuramente possibile.
“Purtroppo” tutto ciò si inserisce per forza di cose nel contesto di una narrazione piuttosto lineare. Le varie scelte e le opzioni di dialogo influiscono solo parzialmente sulla progressione della storia, dandoci la sensazione di pieno controllo solo in poche importanti situazioni.
Nonostante ció, al contrario da quel che alcuni pensano (anche a voce troppo alta) la natura GDR del titolo é dominante, saremo soggetti ad una calibrazione parametrale minuziosa ed il nostro potere decisionale sarà forte se non passivamente col dialogo, attivamente tramite appunto gli incarichi che decideremo di portare o no a termine e a come lo faremo.
Tutto sommato sarebbe comunque difficile chiedere di piú vista la natura e le dimensioni del titolo. Un approccio abbastanza lineare ci sembra tutto sommato un piccolo prezzo da pagare in favore delle innumerevoli linee di dialogo doppiate (magistralmente anche in italiano) e la recitazione dei personaggi in motion-cap che danno vita ad ore e ore di contenuto unico e di altissimo livello. Dedicare tali risorse a risvolti paralleli più cospicui avrebbe probabilmente prodotto un titolo più contenuto e meno approfondito.