Sviluppatore: | Distributore: | Versione testata: | Costo: | Data rilascio: |
Feral Cat Den | Fellow Traveller | Steam | 14,99 euro | 26/03/2021 |
Parlando di crisi esistenziali, spazio, tempo e genesi, tra le ultime cose a cui penseremmo ci sarebbero palazzi affusolati e whisky sorseggiati su decadenti note Smooth Jazz. Eppure, Genesis Noir, opera d’esordio del collettivo Newyorkese Feral Cat Den, riesce a restituire una rappresentazione artistica convincente e coinvolgente, allontanandosi dagli stilemi classici del videogioco e risolvendosi in una “piccola esperienza” più unica che rara.
Delicata mancanza d’identificazione
Genesis Noir ci calerà nei panni di No Man, Nessuno, un individuo, forse un dio, che esiste ancor prima della stessa esistenza, un “uomo” con la passione del tempo ed il ticchettio del suo scorrere scandito dagli innumerevoli orologi che custodisce nella fodera del suo lungo cappotto. All’ interno di un triangolo amoroso, accompagneremo No Man in un’ avventura “Cosmicomica” sospesa e mescolata con il tempo e con lo spazio, nel tentativo di salvare il suo Amore Miss Massa dal colpo sparato dal geloso rivale in amore Golden Boy.
Uno sparo, uno scoppio, il Big Bang. Una scia di proiettile, un amore da salvare, un universo da esplorare. Genesis Noir è un viaggio tra i vari momenti dell’universo in continua espansione e contrazione, un’ esperienza dipinta su ardesia che tocca i tasti impolverati di quell’ ultima ottava di un pianoforte a coda.
Non servono più di quattro, massimo cinque ore sorseggiate a portare finito il dipinto di Feral Cat Den, ma reputiamo a conti fatti sia la durata giusta per un titolo che ha bisogno di essere ben assimilato. Ve lo confessiamo, ci saranno momenti, soprattutto quelli iniziali, in cui ci potreste non capirci quasi niente. Non bisogna solo comprendere e riflettere, ma anche lasciarsi andare a quella fluidità sensoriale che l’opera vuole trasmettere dall’ inizio alla fine.
Visualizzazione preponderante
Semplice non è definire il gameplay di Genesis Noir, forse perché in fondo un vero e proprio gameplay non c’è. Ci sono piuttosto delle meccaniche coadiuvanti, un interfaccia con lo spettatore che interagisce con l’opera che sta ammirando. Se proprio dovessimo definirlo tecnicamente, Genesis Noir appartiene al genere delle avventure grafiche punta e clicca, con enigmi da risolvere e piccoli ambienti da esplorare. Purtroppo questi ultimi risultano un po’ ostacolanti nei confronti di quel dinamismo organico che caratterizza la fluidità visiva del titolo. Non sarà raro infatti trovarsi a cliccare un po’ a caso i vari oggetti presenti nello scenario per cercare di inciampare nella scena successiva. Sarà pur che tale peculiarità sia in parte annoverabile al genere delle avventure grafiche, ma a conti fatti “giocare” a Genesis Noir non si può definire cinicamente divertente. Poco male, paradossalmente, non lo vuole essere, certo forse si poteva trovare qualche meccanica di un poco più stimolante, ma alla fine il piatto forte del coinvolgimento di Genesis Noir sta altrove.
La narrativa e l’ ispiratissimo stile estetico che si mescola con il languido suono del sax mentre linee morbide e marcate danno vita ad un‘opera unica nel suo genere, bastano e avanzano per godersi pienamente quella manciata di ore necessarie a vederne i titoli di coda.
Fluida metamorfosi
Feral Cat Den non nasce come software house, ed è da specificare, il collettivo newyorkese è un “Melting pot” di artisti, designer, grafici, animatori e sviluppatori. Lo ripetiamo, Genesis Noir non vuole essere “solo un gioco”, e lo si capisce dal modo in cui si rapporta intimamente con il suo interlocutore.
Il Bianco, il nero e qualche spruzzata d’ oro continuano a mescolarsi e a plasmarsi in forme organiche e mutevoli, colorandosi col suono delle dolci cromatiche Jazz come i bordi . La fluidità che caratterizza le transizioni sceniche é davvero encomiabile, piú unica che rara nel panorama del genere d’appartenenza.
A livello prestazionale Genesis Noir si comporta prevedibilmente bene anche poiché la risoluzione massima impostabile é il 1080p su alcune configurazioni su cui l’abbiamo provato, mentre sale in altri sistemi a livelli più elevati, ma mantenendo comunque un’area di visualizzazione predefinita che non consente di sfruttare l’interezza del pannello . Sebbene inizialmente tale scelta ci abbia lasciati un po’ perplessi, dobbiamo ammettere che il livello di pulizia generale non risente assolutamente di tale limite, le cui origini sono probabilmente da ricercare nella struttura degli assets.
I requisiti sono davvero bassi, vi basterà una Nvidia Geforce GTX 560 ti o una Amd Radeon R9 285 abbinati ad una cpu a 2,6 Ghz per potervi godere l’ avventura di No Man.
Epitaffio criptico
Genesis Noir è qualcosa di più unico che raro, un racconto muto estremamente eloquente, un dipinto organico e mutevole raffigurante la genesi dell’uomo. Come ogni opera d’ arte non può e non vuole piacere a tutti. Non sentitevi quindi in colpa se non dovesse fare per voi dato che alla fine non è un vero e proprio “videogioco” nella sua più stretta definizione. Si poteva forse fare qualcosina di più sul fronte ludico, é vero, ma se avete voglia di provare qualcosa di mai visto prima questa potrebbe essere una ghiotta occasione, contando inoltre il fatto che nel caso foste già abbonati al servizio Microsoft Game Pass, la possibilitá di provarlo a rischio zero lo rende semplicemente un must have.
Indecifrabile provandolo, ma ho giocato ancora poco per dare una valutazione strutturata.