Se si può dire qualcosa dell’ultima fatica Capcom è che, in un modo o nell’altro, è riuscita ad accontentare un po’ tutti. Vuoi per la prima persona che ne caratterizza il gameplay, vuoi per le enormi influenze ricevute da Resident Evil 4, l’ottavo capitolo numerato dell’ormai leggendaria IP Capcom ha fatto parlare di sé in ogni modo possibile. Nel bene o nel male, purchè se ne parli, dice il saggio, e Resident Evil Village in questo senso è stato un successo clamoroso, che ha fatto parlare di sé in ogni salsa possibile. Compresa anche quella ben poco lusinghiera che riguarda le sue performance, le quali sarebbero afflitte da un fastidioso stuttering e cali di frame rate piuttosto fastidiosi. E proprio in questi giorni ci sono state delle novità in tal senso, che hanno permesso di vedere la questione sotto un punto di vista differente.
A gettare un po’ di luce sull’argomento è l’hacker nota come EMPRESS, che è riuscito ad aggirare il sistema anti pirateria insito in Resident Evil Village, altrimenti noto come DRM, per poter fare alcuni test e scoprire se effettivamente quest’ultimo fosse la causa del fenomeno di stuttering tanto chiacchierato negli ultimi tempi. Le prove sono state eseguite avvalendosi di un processore Intel Core i7 7700 da 4 core e 8 thread ed una Nvidia GTX 1060 da 6gb. Ed i risultati, amici del Vault, sono stati a dir poco sorprendenti.
Ciò che appare evidente nei test effettuati da EMPRESS, è che utilizzando una versione di Resident Evil Village crackata, e di conseguenza priva di DRM, le performance subiscono un sostanziale incremento. Laddove infatti il picco minimo di performance riscontrato è stato di soli 6,2fps, la versione priva di DRM ha segnato una cifra pari a ben 51fps sul medesimo sistema, facendo in tal modo registrare un incremento di 44,9fps. Lo stesso incremento, sebbene meno eclatante, lo si può riscontrare anche nel conteggio degli fps medi, che va da una cifra di punta di 51,1fps ad un più che buono 65fps, registrando in questo caso un incremento netto di 13,9fps.
Quelli emersi dai test sono sicuramente numeri molto interessanti, soprattutto per chi non è in possesso di configurazioni ad alte prestazioni e deve quindi accontentarsi di componenti mid-range. Noi di PC Gaming Vault naturalmente scoraggiamo e condanniamo la pirateria, e vi esortiamo a non ricorrere a questo metodo per il mero guadagno di qualche fps sul vostro gioco, eppure non possiamo fare a meno di domandarci perchè Capcom non si sia ancora decisa a porre un rimedio a questo evidente problema, tanto più che i cali di frame che sono stati registrati in presenza di DRM sono gli stessi che avevamo lamentato nella nostra recensione a Resident Evil Village, che potete trovare a questo indirizzo.
Insomma, sembra che il DRM applicato da Capcom sia un vero e proprio disastro, soprattutto a causa del suo costo in termini di risorse CPU, che porta ad avere cali prestazionali enormi soprattutto in scene nelle quali la CPU stessa deve lavorare alacremente per poter renderizzare gli eventi a schermo. E voi cosa ne pensate? Potete farvi un’idea della situazione guardando il video benchmark in calce all’articolo, oltre che naturalmente dirci la vostra nella sezione commenti del sito o sul nostro gruppo Facebook.
Qualunque sia il sistema adoperato, ci sarà sempre qualcuno capace di aggirarlo. Il DMR storicamente crea casini lato performance, quindi fa pagare a chi compra il gioco lo scotto di avere una protezione anticrack, mentre chi pirata il gioco, oltre a non pagarlo, spesso ha versioni più performanti. Oltre al danno pure la beffa.
Possibile che non esistano soluzioni migliori?
Probabilmente si potrebbe fare un passo indietro sull’invasività di certi sottosistemi a scapito della sicurezza. Il fatto che però ormai sia diventata questione di giorni dal lancio prima che qualcuno buchi le protezioni, mostra il fianco di un approccio ormai obsoleto, paradossalmente punitivo nei confronti dell’onesto. A questo punto introdurrei, come funziona per le console, un sistema di check online all’avvio della licenza. La criticità starebbe nell’offline, con il client che deve essere in grado di crittografare le licenze per macchina. (Si potrebbe sfruttare il TPM come requisito forse?).