Sviluppatore: | Distributore: | Versione testata: | Costo: | Data rilascio: |
Acid Nerve | Devolver Digital | Steam | 19,99 Euro | 20/07/2021 |
Il corvo, da sempre, é un animale che racchiude in sé moltissimi significati e oscuri rimandi fin dal piú lontano passato. Nero, intelligente e soprattutto misterioso, é una creatura che affascina da sempre l’umanitá (e il cinema, vedi il famoso e indimenticato ”The Crow” con protagonista l’indimenticato e sfortunato Brendon Lee) col suo essere cosí vicina a noi, seppur sfuggente e insondabile.
Non deve comunque stupire che in numerose culture questo uccello sia stato associato a simbolismi che richiamano alla morte e alla trasformazione, come una vera e propria metamorfosi del passaggio nell’aldilá.
Una misteriosa condizione descritta in qualche misura anche da Death’s Door, opera seconda di Acid Nerve, ovvero un poliedrico duo di sviluppatori di Manchester composto da Mark Foster e David Fenn.
A distanza di ben sei anni (come passa il tempo…) dal folgorante esordio di Titan Souls , il minuscolo team indipendente inglese torna sulle scene (sempre sotto etichetta Devolver Digital) con una poderosa esclusiva per piattaforme Xbox e PC, quest’ultima che abbiamo avuto il piacere di provare e recensire dal supporto Steam, capace di stregare letteralmente con un singolo sguardo.
Quindi non abbiate timore, spegnete le luci, alzate il volume del vostro RIG e preparatevi a notti insonni…benvenuti nell’oscuro mondo di Death’s Door.
La Morte indossa le piume.
Death’s Door segue le vicende di un giovane corvo qualunque, che si trova suo malgrado incastrato tra le maglie di un lavoro terribile e a dir poco terrificante: inseguire, braccare e riscattare le anime dei morti per condurle nell’aldilá.
Un compito non solo gravosamente ingrato ma anche oscenamente ordinario, in cui nemmeno la pericolositá di un incarico complesso (stavolta da recuperare ci sarebbe uno spirito di un certo calibro, di quelli per cui viene pagato un extra dovuto alla fatica supplementare), sembra poter ribaltare le carte in tavola.
Eppure, in un burocratizzato oltretomba inizialmente in bianco e nero fatto di porte che si aprono su vari mondi, non tutto è come appare.
Anzi, il nostro pennuto e silenzioso protagonista avrá modo di incontrare personaggi strampalati e mai visti prima, combattere contro mostri a dir poco abominevoli e vivere una colorata e memorabile epopea.
Un universo fatto di porte (e misteri).
Il senso appagante di esplorazione, é probabilmente l’elemento piú riuscito dell’insieme di Death’s Door: il level design arzigogolato, verticale e interconnesso scuola FromSoftware, stupisce e stimola dall’inizio alla fine, anche a dispetto di un tasso di sfida, sulle prime, tutt’altro che indiavolato (curioso per chi aveva esordito con un trionfo di crudeltà come Titan Souls…non trovate?).
In quest’ottica, l’assenza di una mappa con cui orientarsi si dimostra un peso: anche se favorisce da parte del giocatore un minimo sforzo mnemonico, aumentando di gran lunga il senso del vagabondare, risulta spesso difficile orientarsi in questo mondo oscuro, con il risultato di perdersi molti dei tesori/segreti presenti lungo il nostro cammino in cerca di anime.
Qualche occasionale puzzle, decisamente a nostro parere Zeldiniano per quanto riguarda concezione e sviluppo, serve a interrompere un ritmo piacevolmente sostenuto, senza tuttavia mai sfociare nella frenesia tipica di certi ”Action a testa bassa”.
Intendiamoci: in Death’s Door si combatte parecchio, e l’impostazione non è certo riflessiva. Al tempo stesso però non siamo di fronte a una formula con l’acceleratore a tavoletta sugli scontri alla Hades, e anzi il combat-system rimane piuttosto basico e contenuto nelle possibilitá di attacco, ancorato alla semplicitá che però porta spesso a un indole un po’ ”giocattolosa”.
Si guerreggia per lo piú in stile corpo a corpo, concatenando attacchi standard e colpi piú potenti contro sparuti ammassi di nemici. A fare la differenza sono quattro abilitá speciali da sbloccare e scoprire nel corso della nostra avventura: incantesimi che permettono al nostro amico tutto penne di combattere a distanza, da gestire con misura anche perché, intelligentemente limitati nell’ uso da un sistema che stimola una condotta aggressiva e un interazione distruttiva con lo scenario (di nuovo i cocci lasciati al nostro passaggio saranno pressoché una costante di gioco, come farebbe il buon Link).
Non manca neppure un elementare sistema di sviluppo del personaggio, con quattro (ancora quattro?…che ci sia sotto un significato?) diversi parametri da potenziare a piacere investendo le anime raccolte che, a differenza dei SoulSlike (presenti nel già citato titolo Dark Souls) si conservano senza bisogno di essere recuperate, incappando nel fatidico Game Over, oltre ad alcuni epici scontri con i Boss, che si faranno ricordare, anche in virtú del contesto spettacolare.
Messa in scena…di carattere e stile.
Processore | I9 10900K |
Scheda Grafica | Asus Strix RTX-3090 OC |
Ram | 64 Gb – 4200 Mhz |
Hard Disk | Samsung 970 Pro – 1 Tb |
Death”s Door é un avventura in terza persona a tinte oscuramente cartoon che riprende alcuni elementi in puro stile Dark Souls, per una deliziosa commistione che, oltre a dimostrare una personalità tutta sua, viaggia squisitamente a cavallo tra antico e moderno.
La messa in scena é, inutile negarlo, il primo grande punto di forza del titolo: ci troviamo al cospetto di un opera stracolma di carattere e stile che, grazie alla sensazionale direzione artistica, riesce a lasciare un segno non comune, emergendo non soltanto all’interno della cornice del mercato indipendente.
L’impostazione isometrica dá alla grafica tridimensionale un enfasi piuttosto particolare: l’attento e riuscitissimo uso della sfocatura di campo, un attenzione particolare alla palette di colori e un gusto a dir poco peculiare nella modellazione di personaggi e ambienti di gioco, fanno di Death’s Door una sorta di prodigioso diorama interattivo.
Dalle guglie gotiche di alcuni scenari, all’ esotismo bizzarro di certi altri, ad attenderci troveremo un piccolo mondo fatato con una fisicitá quasi reale che, grazie all’eccellente illuminazione, da l’impressione a volte di poter toccare al di lá del nostro schermo.
Non che la dimensione magica di Death’s Door sia solo e soltanto incantevole da guardare: la colonna sonora, a volte volutamente limitata a pochi ed enfatici strumenti, è elegantissima nell’accompagnare l’azione con sorprendente delicatezza e seguendo percorsi molto meno banali del previsto. Il cuore dell’offerta è comunque da ricercarsi in una sostanza ludica presente e di indubbio valore, capace di sostenere con pieno merito un odissea tutta da vivere e da gustare.