La storia prende forma sotto le nostre mani
Sono passati molti anni da quel primissimo titolo. Sono stati creati altri 3 seguiti, e altre 3 versioni riadattate sia storicamente accurate che graficamente, eppure quello fù il primo passo per costruire un’impero (gioco di parole non voluto) di ammiratori e giocatori di quella serie e di quel genere instancabile e immortale.
Nel corso degli anni infatti gli studios di Age of Empires hanno varcato la soglia di diverse epoche storiche. Partendo dall’età della pietra, per arrivare e superare quella del bronzo e poi del ferro, arrivando storicamente al limite delle guerre puniche con il primo capitolo (di cui poi come dlc hanno sviluppato anche il vero e proprio periodo storico dell’impero romano nella sua miglior gloria fino al suo decadimento, con le invasioni barbariche e quindi l’alto medioevo), hanno poi iniziato a pensare e sviluppare il sequel, dove, portando avanti le epoche hanno giustamente pensato di ambientarlo dove avevano lasciato l’ultimo, e quindi durante l’epoca medievale. Age of Empires II: The Age of Kings si ambientava per l’appunto nel pieno di questo periodo storico. Partendo come avevamo detto appena dove gli sviluppatori ci avevano lasciato con l’alto medioevo, iniziavamo quindi con tutto quello che ne comportava: in fatto di feudalesimo e tecnologie d’agricoltura dell’epoca, nuove unità come cavalieri bardati con lancia pesante e balestrieri come novità militare che andava a rimpiazzare il vecchio arciere in ambito di gittata e alabardieri che si sostituivano ai vecchi lancieri, e nuove tipologie di edifici religiosi come le chiese; fino ad arrivare ad un’epoca basso medioevale più vicino alle prime grandi scoperte geografiche del mondo, e innovazioni tecnologiche come: la polvere da sparo e quindi i primi archibugieri o pistolieri, e bombarde e cannoni che per la forza d’urto andavano a rimpiazzare mangani (catapulte), spingarde ( enormi balestre), e trabucchi con contrappeso.
Innovazioni di edifici, come università per ricerca e sviluppo di migliorie nel gioco per quanto riguarda salute di cittadini e soldati e armature, e sviluppo di mura in pietra con edifici di difesa con feritoie migliorate; e infine anche innovazioni artistiche, per bonus velocità di raccolta risorse.
Il secondo capitolo diede una vera e propria spinta rivoluzionaria graficamente e in ambiti di gameplay all’intera saga.
Gli anni passarono dopo il secondo capitolo, e nonostante i dlc si sentiva il bisogno di una ventata fresca di “scoperte”.
Age of Empires III: The Age of Discovery uscì nel 18 ottobre 2005. Il capitolo, come di buona usanza del team di sviluppo, andava a riprendere l’ultimo dlc del gioco originale iniziando quindi dalle prime età della scoperta delle americhe, passando per un’era coloniale, delle fortezze, industriale, fino ad un periodo “post-napoleonico” imperiale. Inizialmente infatti si potevano impersonare, in single player nelle schermaglie ( ma anche in multyplayer ovvimanete) 8 civiltà e personaggi storici delle grandi potenze del vecchio mondo. Iniziando quindi ad esplorare nuove mappe, texture, e ambientazioni l’esperienza di gioco fu rivoluzionante sotto ogni aspetto. Chiaramente ogni nazione aveva le sue unità sbloccando ed arrivando ad una certa era; quasi tutte però partivano da un presupposto in un cui una volta sbarcati i coloni nel nuovo mondo, bisognava iniziare a difendere la colonia da eventuali aggressioni con volontari armati di moschetto ( con scarsi punti salute però) balestrieri e picchieri, mentre si raccoglieva oro/argento cibo e legname come al solito per avanzare di epoca. Si continuava di conseguenza con rivoluzioni tecnologiche, costruendo quindi i molteplici edifici e quindi nuove unità con armi a polvere da sparo come moschettieri e schermagliatori, cannoni come colubrine, cavalleria con pistola e sciabola, nuovi edifici come fabbriche, taverne per mercenari, campi di coltivazione di cotone, miglioria delle mura, porti con navi come galeoni e vascelli etc… Venne poi implementata la Città-Madre per l’invio di risorse fondamentali, tecnologie e unità.
Il gioco ha anche 3 storie in modalità campagna in cui vestiremo i panni con personaggi della stessa famiglia (i Black) nel corso dei secoli ( e personaggi storici), in cui ci portano con loro ad affrontare svariate avventure strategico-gestionali decisamente coinvolgenti nel nuovo mondo in cerca della fatidica, e preziosa : “Fonte della Giovinezza”, ossia una cascata nel mezzo di un lago in una vecchia città di una civiltà dimenticata nel nuovo mondo, dove da essa sgorgava un’acqua di cui si dice nel gioco che se bevuta, impedisce l’invecchiamento .
Vennero poi sviluppate anche le espansioni del gioco (nel 2006 e 2007) ossia : The WarChiefs, e The Asian Dynasties con nuove campagne in modalità storia e quindi con nuovi personaggi e civiltà. Il primo citato trattava delle tematiche dei nativi americani, ambientazioni, culture e tecnologie inerenti e della loro storia come da padroni, sono stati cacciati e diventati schiavi e rifugiati nelle loro stesse terre. Il secondo invece tratta, sempre con nuove fazioni e ambientazioni, di tre principali protagonisti del continente Asiatico ossia : Cina, India, e Giappone. Le storie però tratteranno diverse epoche storiche non tutte uguali tra di loro, ma facendo parte di avvenimenti storici (personaggi inclusi) realmente accaduti.
La Definitive Edition uscì il 15 ottobre 2020, rivoluzionando la grafica e facendo luce su tematiche storiche trattenute fino ad allora. Uscirono poi i dlc : United States Civilization, che apre al giocatore nuove tecnologie e armi di fine ‘800 degli USA, e The Africans Royals in cui tratta un’ambientazione africana, dei regni in guerra tra loro e delle potenze occidentali che ovviamente cercano di metterci sempre piede.
Per gli amanti della strategia un must have.