Sviluppatore: | Distributore: | Versione testata: | Costo: | Data rilascio: |
Logic Artists | THQ Nordic | Steam | 44,99 Euro | 20/01/2022 |
Dopo aver esplorato il Nuovo Mondo nei panni dei conquistadores spagnoli del XVI secolo con Expeditions: Conquistador (2013), Danimarca e Inghilterra dell’alto medioevo guidando un clan Vichingo bramoso di conquiste con Expeditions: Viking (2017), gli appassionati ragazzi di Logic Artists tornano alla ribalta, ancora una volta, sul filone storico/politico e precisamente con Expedition: Rome.
Distribuito il 20/01/2021 da THQ Nordic e che abbiamo avuto il piacere di testare su piattaforma Steam, facciamo rotta questa volta verso l’antica Roma del primo secolo a.C. ma mantenendo il solito mix di tattica a turni, strategia e GdR che ha fatto fin qui la fortuna della serie. Oltre al gameplay con le sue molteplici ispirazioni, rimane anche l’attenzione nel ricreare una storia avvincente e ricca di scelte che possono influenzarne lo svolgimento, che ci vede impegnati in ardue campagne di conquista ma anche costretti a destreggiarci tra complessi intrighi politici del passato.
Insomma, sulla carta gli ingredienti per creare un prodotto assolutamente degno di nota ci sono tutti e per fortuna il team di Logic Artists è riuscito nel suo compito, dando vita a un gioco di ruolo tattico in grado di soddisfare tanto chi è alla ricerca di combattimenti a turni stimolanti, quanto chi è invece più interessato a vivere una bella storia.
HORRUIT VICTORIAE!
Partiamo subito con la collocazione storica in cui si svolgono i fatti narrati in Expedition: Rome.
Nel I secolo d.C. il rapporto tra Roma e l’oriente mediterraneo era ancora complesso e conflittuale. Quelle regioni erano nelle mani di tutta una serie di re e signori che a volte potevano rivelarsi riottosi e ostili.
Questo era sicuramente il caso di Mitriade, re del Ponto, uno dei più grandi avversari di tutta la storia di Roma. Le legioni furono costrette ad affrontare le sue forze in ben tre conflitti chiamati guerre mitridatiche. Fu soltanto con l’ultima di queste guerre che il Senato decise di annientare definitivamente quel re scomodo che, con le sue continue iniziative, creava squilibri in Oriente, in un periodo in cui Roma iniziava ad attraversare la turbolenta e sanguinosa fase delle guerre civili.
La terza guerra mitridatica venne affidata a Lucio Licinio Lucullo, rinomato generale che seppe ottenere importanti vittorie strategiche prima di essere sostituito dal più famoso Gneo Pompeo.
Con una formula che non è ormai una sorpresa, Expeditions Rome doveva puntare tutto sui contenuti per riuscire in qualche modo a sorprendere, ed è proprio da questo punto di vista che il titolo di Logic Artists colpisce positivamente.
La ricostruzione storica dell’ambientazione è resa in modo abbastanza preciso e una cura per i dettagli che non sempre è facile trovare in opere di questo tipo. Un’aderenza alla realtà storica che fa supporre la presenza, nel team di sviluppo, di un consulente di storia romana, in grado di fornire credibilità e profondità allo sfondo su cui si svolge l’intera vicenda, oltre che alla ricostruzione dei personaggi, dei loro ruoli e delle classi disponibili nella creazione del nostro protagonista.
Certo, ogni tanto la credibilità storica conferita dai dettagli lascia il passo all’inclusività: ad esempio quando, giocando con un personaggio femminile, possiamo combattere e addirittura far parte dell’esercito, una cosa che non sarebbe mai stata permessa a una donna.
Al di là di queste concessioni però, Expeditions Rome rimane estremamente verosimile ai fini della trama, presentandoci la storia del figlio (o figlia) più giovane di una ricca famiglia patrizia di Roma, costretto a fuggire dall’Urbe dopo la morte di suo padre, perché il senatore Vitellius Scaevola punta ad appropriarsi di tutti i suoi beni sposando sua sorella maggiore.
Sarà la madre del protagonista, moglie del defunto paterfamilias, a organizzarne il viaggio verso Oriente, dove si unirà alle armate di Lucullo, entrando a far parte di un corpo d’élite che ha il compito di compiere importanti missioni strategiche.
All’interno di questa unità incontreremo molti personaggi, con i quali potremo combattere e legare. Ma sarà solo l’inizio di un’avventura che coinvolgerà quasi tutto il nascente impero e scuoterà le fondamenta stesse della Repubblica.
Sotto il profilo narrativo Expeditions: Rome, pur non raggiungendo le vette toccate da altre produzioni, si assesta su un ottimo livello, grazie anche a interazioni e dialoghi ben scritti, alle situazioni interessanti nelle quali veniamo mano a mano coinvolti ed al riuscito cast di personaggi che ci accompagnano nel corso dell’avventura.
Tra questi spiccano ovviamente cinque compagni che possono unirsi a noi nei nostri viaggi e darci una mano in battaglia, ognuno con un background differente e una personalità ben definita, che nel corso del tempo possiamo conoscere meglio, anche svolgendo le loro missioni personali.
Ognuno risulta a suo modo memorabile e ha i suoi momenti in cui brillare nel corso della campagna di gioco, oltre a intrattenersi anche in interessanti conversazioni e confronti con gli altri compagni di tanto in tanto. Anche gli altri comprimari, quelli che non ci seguono in battaglia ma che incontriamo in più occasioni e rivestono il ruolo di alleati o di nemici sul nostro cammino, sono ben caratterizzati.
ASPETTA IL TUO TURNO…
Sicuramente uno degli aspetti più interessanti a livello di gameplay di Expeditions Rome è la sua fusione di elementi RPG, come la customizzazione del personaggio (forse un po’ superficiale, ma più che sufficiente per il tipo di titolo), l’organizzazione di un party e lo sviluppo di un proprio albero delle abilità, oltre al miglioramento continuo dell’equipaggiamento, con un sistema di combattimento a turni molto dinamico e facilmente comprensibile.
In qualità di comandante di una legione, avremo la possibilità di reclutare nuovi soldati, condurli in battaglia e conquistare le roccaforti nemiche, oltre a erigere alcune nostre fortificazioni e a potenziare la nostra base d’operazioni e l’esercito, ottenendo e sfruttando alcune risorse.
Potremo quindi scorrere un’ampia mappa strategica della regione da conquistare e scegliere il percorso migliore per far breccia nel territorio, gestire gli spostamenti delle truppe e del proprio gruppo di soldati facendo attenzione a non esaurire acqua e provviste, ma la componente strategica non è particolarmente approfondita e rimane piuttosto semplice.
Anche le battaglie, che ci vedono al comando del nostro furente esercito, non spiccano di certo per profondità, con le nostre scelte che sono limitate a quella del condottiero che guiderà le truppe e ad alcune carte da giocare nel corso di quattro turni, carte che rappresentano alcune strategie, tattiche e decisioni che possiamo attuare sul campo di battaglia.
All’inizio si tratta di una meccanica di gioco anche abbastanza interessante, ma col passare del tempo sopraggiunge rapidamente una certa ripetitività e si finisce spesso per procedere col “pilota automatico” e mandare avanti veloce le battaglie senza stare a ragionarci troppo.
Le meccaniche di gioco e il set di regole pensato dagli sviluppatori non sono in realtà troppo complesse, anzi tutto appare più immediato e accessibile rispetto a quanto visto in Expeditions: Viking, a partire dalla creazione del nostro avatar, in cui non dobbiamo più scegliere gli attributi psico-fisici e le sue abilità tra dozzine, se non centinaia, di opzioni diverse.
Ogni soldato (incluso il protagonista) viene inquadrato in quattro classi che indirizzano i personaggi su stili di gioco precisi al posto del sistema più libero sperimentato in precedenza dagli autori, in cui ogni combattente non era vincolato dalla sua classe d’appartenenza ma poteva mescolare competenze molto differenti tra loro. Due rappresentanti della stessa classe non sono comunque identici fra loro perché per ognuna di essa ci sono tre alberi di abilità (alcune attive e altre passive), in cui possiamo spendere punti, che permettono quindi di specializzare i nostri combattenti in ruoli almeno parzialmente differenti.
Se non siamo soddisfatti dei compagni che ci seguono nel corso dell’avventura, possiamo comunque reclutare altri combattenti perché si uniscano alla nostra guardia pretoriana, scegliendo quelli con le classi e le abilità che preferiamo per poi svilupparli nella direzione che riteniamo migliore o che completa al meglio il nostro gruppo.
E in realtà, sarebbe bene reclutarli in ogni caso, perché avranno modo di rendersi utili in alcuni degli scontri a venire. Chiaramente, i pretoriani assoldati in questo modo non hanno però una caratterizzazione vera e propria, come invece hanno i compagni che si uniscono a noi nel corso degli eventi e il loro ruolo è solo quello di darci una mano in combattimento.
Come detto in precedenza in battaglia l’azione è divisa in turni, con il giocatore che può muovere tutti i suoi uomini prima di cedere l’iniziativa al nemico, anche se qualche volta può capitare anche a noi partire per secondi. I nostri soldati hanno a disposizione un movimento e un’azione (solitamente un attacco), anche se è possibile sacrificare quest’ultima per solcare distanze maggiori. L’interfaccia è molto chiara e insieme ai tutorial iniziali è facile imparare velocemente come gestire ogni scontro al meglio.
Niente di particolarmente complicato e a ciò si aggiunge una varietà dei nemici non proprio eccezionale, ma le opzioni comunque non mancano e danno vita a battaglie sempre soddisfacenti, anche e soprattutto perché gli sviluppatori sono riusciti a creare scenari sempre freschi e differenti, con diversi obiettivi da raggiungere e condizioni per giungere alla vittoria e che ci costringono a cambiare di volta in volta il nostro approccio. Inoltre, ogni differente classe di arma che equipaggiamo può in parte variare il ventaglio di mosse a disposizione dei nostri soldati, aggiungendo qualche altra possibilità da considerare.
Le maggiori soddisfazioni arrivano però da alcune grandi battaglie, in cui dovremo comandare più squadre di pretoriani impegnate con dei compiti specifici e che dovremo seguire in momenti diversi, dando vita a scontri intensi e impegnativi che si svolgono su più e più fasi, la cui riuscita dipende dal successo di tutti (e superando senza troppi feriti le fasi iniziali avremo anche più chance in quelle finali). Grazie a questi scenari si riesce ad avere la sensazione di prendere parte a grandi assedi e battaglie epiche, che vanno avanti per ore e su fronti differenti e non a piccole schermaglie tra qualche dozzina di soldati.
Ovviamente, siccome Expeditions: Rome è un gioco di ruolo, non mancano anche numerose missioni principali e secondarie in cui cimentarsi. Vista la natura tattica della produzione di Logic Artists è naturale che molte di queste ci vedano coinvolti in uno o più combattimenti, ma in alcuni casi (e con l’uso delle nostre cervici da comandanti in capo) possiamo risolvere le dispute senza ricorrere alla violenza.
Il quest design non è elaborato come quello di altre produzioni, le aree che visitiamo sono piuttosto piccole e non presentano molte possibilità d’interazione e le missioni stesse sono piuttosto lineari, anche se spesso ci offrono comunque la facoltà di compiere scelte, che per altro possono avere un certo impatto sullo sviluppo della partita.
L’esplorazione si compie soprattutto sulla mappa strategica, nella quale possiamo percorrere miglia e miglia e scoprire nuovi territori in cui mandare la nostra legione, campi nemici da conquistare e risorse da ottenere per migliorare la nostra base e le nostre infrastrutture, oltre alla possibilità di imbatterci in numerosi eventi casuali, che possono fornire opportunità interessanti o causare piccole e grandi sciagure.
Troviamo anche un interessante sistema di reputazione che regola i nostri rapporti con i compagni e gli altri pretoriani, con le nostre azioni che possono permetterci di guadagnare il favore e l’ammirazione dei nostri alleati, oppure portarli a guardarci con crescente sospetto. In realtà, però, si tratta di una meccanica di gioco sfruttata davvero poco, al punto che può quasi essere ignorata: i cinque compagni che hanno un vero e proprio ruolo narrativo non ci abbandoneranno neanche se il loro gradimento nei nostri confronti dovesse scendere ai minimi termini, mentre i pretoriani che possiamo reclutare in ogni momento possono scegliere di lasciarci, ma nel caso possono pure essere sostituiti in men che non si dica con una nuova recluta con bene o male le stesse capacità.
UN FASCINO…DAL SAPORE ANTICO.
Sistema Prova |
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Processore: AMD Ryzen 5 3500U |
Scheda Grafica: Radeon Vega Mobile Gfx |
Ram: 8 Gb |
Archiviazione: SSD Western Digital 256 Gb |
Sotto il profilo tecnico quella di Logic Artists è una produzione con un budget tutto sommato contenuto e dalla grafica senza dubbio datata, rispetto a molti altri giochi odierni, ma questo non vuol dire che l’estetica del gioco non abbia un suo fascino, grazie a una direzione artistica molto efficace.
In merito alle performance di gioco Expeditions: Rome non ha mostrato alcun problema di fluidità. Problemi che sarebbe stato strano riscontrare in un prodotto che non è esattamente pensato per mettere in crisi l’hardware dei più potenti PC, a dirla tutta, ma fa comunque piacere notare come non ci siano stati rallentamenti di sorta o fastidiosi lag di gioco che spesso abbiamo incontrato in titoli di questo genere.
Purtroppo dobbiamo segnalare alcuni fastidiosi bug, in cui siamo incappati, molti dei quali non particolarmente degni di nota, ma con un’eccezione significativa in cui ci siamo scontrati mentre giocavamo le ore conclusive del titolo per provare i finali alternativi della storia e che ci ha impedito di terminare la partita, visto che più volte sono subentrati pesanti crash software con errore “4871”…danneggiando (prima nostra esperienza con un problema del genere) irrimediabilmente il file di salvataggio. Consigliamo quindi vivamente di tenere da parte qualche salvataggio extra e sperando che THQ Nordic e Logic Artists stiano provvedendo a risolvere il problema con delle patch risolutive.
Allo stesso tempo la colonna sonora del gioco non è esattamente speciale né innovativa: sa di già sentito, come se l’avessimo ascoltata in un altro videogioco ambientato nell’antica Roma. Anche i rumori ambientali sono abbastanza standard, mentre i dialoghi fanno una gran bella figura, grazie anche alla pronuncia dei nomi latini, che tende a simulare quella romana antica.
Nota a parte per i controlli, che sono basati su un’ottima interazione tra mouse e tastiera, che permette di gestire con rapidità ed efficacia tutti i momenti del gioco.
Al netto di questi problemi, però, possiamo dire che le nostre partite sono state ricche di soddisfazioni.
Qualche difetto qua e là si può senz’altro trovare, per esempio in alcune missioni secondarie un po’ troppo sbrigative e non proprio allo stesso livello di qualità delle quest principali, o nella scarsa incisività del sistema di reputazione coi propri compagni e pretoriani, ma dopo tutto nessun gioco può dirsi perfetto.
LA QUESTIONE DEL VERBUM ITALICO
Ci teniamo ad evidenziare un episodio inerente alla richiesta di traduzione di Expediton: Rome effettuata da libero volenteroso, Flavio Musolino, nell’apposita sezione ”Discussioni” su STEAM. lo stesso ha richiesto la traduzione del gioco nella lingua Italiana con un thread che ha sin da subito un successo straordinario ed un’affluenza tale di sostenitori che hanno mantenuto la discussione fissata in alto per oltre 3 mesi rendendola di fatto la più seguita dell’intera sezione, attribuendogli inoltre più di 50 premi STEAM. Il thread è diventato talmente virale da coinvolgere tutta la community di Expeditions: Rome scavalcando i confini Italiani e ricevendo supporto anche da mezza Europa, riconoscendo oltre modo che una traduzione in Italiano del suddetto titolo sarebbe stata consona, non tanto per la natura della lingua (che è quella Latina) quanto per lo meno per la collocazione geografica e culturale degli eventi narrati. Tuttavia, a causa di una povera manciata di disturbatori la discussione è stata chiusa dai moderatori della sezione indicando come motivazione ”Discussioni”. E’ un fatto piuttosto singolare quanto accaduto e abbiamo voluto sottolinearlo in quanto, non solo abbiamo notato anche noi questa discussione, ma abbiamo ritenuto poco elegante il trattamento riservato all’utenza Italiana che nell’occasione si è distinta per educazione e partecipazione, senza mai aver ricevuto una qualunque (legittima) risposta dalla Software House o da chi ne fa le veci su STEAM, ma soprattutto senza cedere alle (poche) provocazioni. Se volete dire anche voi la vostra la discussione si trova QUI, se volete contattare Flavio per aiutarlo nella traduzione QUI |
Un titolo insomma che ha buone premesse e interessanti spunti, ma che alla fine non convince in pieno: speriamo correggano il bug poi, veramente fastidioso.
Buongiorno a tutti. Una recensione coi fiocchi, che dire. Piacevole nella sua lettura e di competenza nei contenuti. Il gioco è molto interessante e ben strutturato nella sua globalità, inutile negarlo. Tuttavia, per quanto mi riguarda, si trascina le scorie della situazione che avete evidenziato e che mi vede in qualche modo coinvolto direttamente. Quello che è stato perpetrato a discapito di una Nazione videoludica è oltraggioso e mortificante, non per la mancata traduzione ma per la metodologia di trattamento o non trattamento che ci è stato riservato. Cercherò, come faccio ormai da anni, di trovare una soluzione per un’eventuale… Leggi il resto »
Grazie a te di insistere e dedicare del tuo tempo a migliorare l’esperienza per la platea italiana, gratuitamente e senza chiedere nulla in cambio.