C’era una volta, in una terra lontana, un Re affranto e triste: passava le sue tristi giornate ad esaudire i capricci di una Regina spendacciona e una Principessa distruttiva mentre, nella sua solitaria sala del trono, affogava i pensieri nel vino ripensando alle grandi battaglie che avevano animato la sua giovane vita.
Tempi di magra si prospettavano all’orizzonte, le mille spese folli della famiglia reale avevano dilapidato le riserve di denaro ma, a breve, la visita dell’esattore delle tasse avrebbe rimpolpato le desolate casse del Re.
Giunge il giorno tanto atteso: bussano alla porta del Re ma, con rammarico e riverenza, il consigliere riferisce che l’esattore delle tasse è tornato a mani vuote (era fortunato ad averle ancora le mani); non solo annuncia che non ci saranno tasse riscosse, ma avverte anche il sovrano che i cittadini sono in rivolta. Un gran numero di villici contadinotti sono in marcia verso il castello e non sono affatto pacifici.
Intro di Diplomacy is not an option.
Il Re è interdetto inizialmente ma la reazione è inaspettata: non è ne furioso ne preoccupato, ma pieno di energia e voglia di rimettersi in gioco.
“Quei sempliciotti armati di forconi pensano di poter marciare contro di me? Bene allora, prepariamoci a schiacciarli come mosche: con loro la Diplomazia non è un opzione!“
Bentornati popolo del Vault in questa particolare pre-analisi di Diplomacy is not an option, in questo mese di Febbraio che apre le danze alla stagione videoludica del 2022.
Per le mani ci siamo ritrovati questo gioco di cui vogliamo parlarvi brevemente perché, lo ammettiamo subito, non siamo di fronte a qualcosa di assolutamente unico che stravolge il genere del gestionale/survival, ma piuttosto una sua curiosa e divertente espressione con il merito di sostituire la sensazione di ansia da orda con un più sano Viecce (come direbbero a Roma).
BILANCIAMENTO NATURALE
Una peculiarità che abbiamo riscontrato è la sua difficoltà, anche se ci sembra doveroso fare una precisazione in merito. Non siamo certo impreparati di fronte a questa tipologia di prodotto ma non ne siano neanche fervidi appassionati: questo per dire che un cultore sarebbe in grado di sviluppare la propria strategia con facilità (bene o male la IA del gioco non è nulla di elaborato) e molta più precisione, specialmente nel processo decisionale che di volta in volta ci obbliga a valutare quando espandersi per raccogliere più risorse ed invece quando serrare i ranghi ed innalzare barriere protettive.
Ci è piaciuto particolarmente un’aspetto che rappresenta una vera e propria chicca: man mano che passa il tempo la nostra popolazione, fatta di minatori raccoglitori e boscaioli inizialmente, cresce e muta con l’insediamento stesso. Vediamo costantemente attorno a noi le risorse che si esauriscono, i laghi che si svuotano di pesci, gli alberi che vengono abbattuti, il percorso dei boscaioli che diventa sempre più lungo per la ricerca e lo stoccaggio delle risorse, le persone che si ammalano e le pestilenze che si espandono tra lavoratori ed abitanti (e tantissimi altri esempi ben più gravi e catastrofici man mano che si avanza con la campagna principale). Tutto questo per dire che è costantemente sotto i nostri occhi la bilancia della società/natura che viene costantemente puntata per favorire la nostra sopravvivenza, causando quello che inizialmente sono tempi più lunghi per l’ottenimento delle risorse ma terminano con vere e proprie carestie. Espandersi nella direzione sbagliata potrebbe significare la nostra prematura estinzione dalla mappa di gioco a causa di mancanza di risorse o nemici che non siamo in grado di affrontare.
DIFENDERSI DALL’IGNOTO
Il gameplay è disarmante nella sua semplicità: dobbiamo trovare nuove risorse per espanderci e migliorare le nostre strutture mente resistiamo alle ondate di nemici che di volta in volta busseranno alla nostra porta. Questa semplicità ed immediatezza di gioco si accompagna però con una decisamente impegnativa capacità di decisione basata sui pochissimi indizi che il gioco ci fornisce di volta in volta: non sappiamo nulla del mondo che ci circonda, non conosciamo la posizione delle risorse di cui abbiamo bisogno e soprattutto non conosciamo nulla sui nostri nemici. Sappiamo solo che arriveranno tra x giorni da una più o meno precisa direzione, quindi di volta in volta dobbiamo essere pronti al peggio sulla base del nostro attuale livello di sviluppo: se siamo in ritardo sulla costruzione delle difese, se non abbiamo abbastanza uomini per rinforzare i ranghi, questo significa che verremo decimati e termineremo la partita.
ESTETICA
Tecnicamente siamo di fronte al più classico dei giochi realizzati con cura e passione che si appoggiano sapientemente al motore grafico UNITY. La semplicità è la parola chiave qui, con una grafica ridotta all’osso ma estremamente funzionale e godibile, molto chiara ed elementare ma capace di stupire con il colpo d’occhio dall’alto (ricorda a tratti l’effetto che hanno le opere realizzate con la tecnica del pointillisme, pochissimi dettagli che lavorano assieme per realizzare un’immagine sorprendente man mano che ci si allontana dall’opera stessa). Non abbiamo apprezzato particolarmente il comparto audio che, come spesso accade in questi giochi, soffre di una sovrapposizioni di suoni che invece di essere mischiati assieme per ricreare il rumore di una calca da battaglia, vengono semplicemente riprodotti in sequenza, snaturandone completamente la funzione, peccato.
CONSIDERAZIONI
In conclusione (per adesso) il gioco è sicuramente interessante e meritevole di menzione e di prova, poiché rappresenta come detto in precedenza una nuova derivata di un genere sicuramente classico, ma capace di cambiare faccia con pochissime features nuove. Ci è sicuramente piaciuto il livello di sfida, davvero impegnativo anche se possibile da ingannare (diremo solo che si possono usare i salvataggi in maniera molto creativa), l’attenzione nel rendere estremamente viva la mappa, quasi una vittima della nostra campagna di gioco ed infine l’incertezza che permea ogni nostra decisione (anch’essa eliminabile dall’equazione con i salvataggi). Da migliorare il comparto audio (consapevoli che è impossibile chiedere dei miracoli in questo ambito) e la varietà dei nemici che compongono le orde, poiché sono sempre gli stessi e si comportano in modo alquanto prevedibile, rendendo facile costringerli a fare quello che vogliamo per decimarli (a patto di aver preparato delle difese ad hoc)