Lambo Project, toro di razza.

by Patrick Grioni
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Il nome Lamborghini, oggi, come ai tempi del suo debutto sul mercato nel lontano 1963, è stato sinonimo, sicuramente, di ricerca tecnologica e sportività, oltre che registro stilistico futuristico e innovativo.

Pochi sanno, però, di come la sua nascita fosse probabilmente dovuta a un autovettura che è stata poi frutto di grande rivalità con Lamborghini stessa, veicolo che il suo fondatore, Ferruccio, possedeva e di cui non era particolarmente soddisfatto: parliamo, ovviamente, di Ferrari GT 250.

Le sue lamentele con Enzo Ferrari furono, probabilmente, frutto di un screzio e di una infelice risposta di quest’ultimo che sottolineava come Ferruccio Lamborghini fosse alla fine un produttore di Trattori e Caldaie: la sfida fu’ quindi raccolta da quest’ultimo, tanto che la prima vettura prodotta sotto l’effige del toro (segno zodiacale del suo fondatore) si chiamò, guarda caso, GT 350, quasi a sottolineare come fosse una evoluzione del veicolo Ferrari di cui Ferruccio non era soddisfatto.

La storia del marchio ha poi vissuto alti e bassi, tra diverse proprietà e modelli di successo alternati a fallimenti commerciali (per molti anni fu la sola Miura a sostenere le vendite), ma nel suo DNA è restato sempre quello spirito di sfida progettuale, meccanica e tecnologica che furono le basi motivanti che spinsero a intraprendere questa avventura imprenditoriale.

Nel 1998 il marchio è passato, definitivamente, sotto il controllo Audi e, in quest’ambito nel 2014 è stata presentata la Lamborghini Huracan (come quasi tutte le macchine Lamborghini il nome fa riferimento a un toro da corrida), evoluzione stilistica e tecnologica della Gallardo, ovviamente potenziata con il nuovo corso motoristico V10 e il meglio della tecnologia attualmente disponibile racchiusa nel pacchetto Feed Forward (una serie di sensori che controllano le accelerazioni laterali della vettura per facilitare la guida), oltre a riferimenti (diremmo quasi Cameo) ad auto del passato come la mitica Countach e Murcielago, o finezze come le ruote posteriori sterzanti riprese dall’Aventador.

La versione EVO della stessa è diventata musa ispiratrice di questo nuovo progetto del gruppo IEM (Italian Extreme Modders), che hanno cercato proprio di trasportare tutta la sportività e eleganza del marchio emiliano, dentro le linee definite di un case, accendendo nello stesso tempo in noi curiosità e aspettativa.

Parliamo. ovviamente. del nuovissimo e debuttante oggi, “Lambo Project“.


MEMORIA CINETICA


Quando si sente parlare di macchine stradali che fanno l’occhiolino al mondo delle corse, ci si aspetta una adeguata base strutturale che sappia al contempo interpretare correttamente l’argomento trattato, quanto diventare ispirazione di un concetto di sportività innata: Asus Rog ci viene incontro in questo con un imponente e straripante ROG Strix Elios, la fuoriserie del marchio taiwanese in ambito case, a cui nulla manca e che offre innumerevoli possibilità espressive.

Proprio per questo il team IEM ha pensato a un approccio non snaturante del progetto di base, limitandosi a una completa riverniciatura esterna che ha comportato il totale smontaggio dell’Elios, con l’utilizzo di un complesso colore verde selvans ad effetto perlato a quattro strati che diviene dunque anima dell’affinità sportiveggiante.

Ma, ovviamente, le primizie non si fermano certo qui: sia la griglia che andrà a coprire l’alimentatore sia quella frontale sono impreziosite da una trama esagonale che ricorda chiaramente una funzione aereodinamica, oltre a vantare diverse personalizzazioni stampate in 3D e il suggello del logo Lamborghini tagliato al laser, simbolo non solo elegante, ma anche caratterizzante dell’opera.

A “guidare” il tutto il prestante e nuovissimo Alder Lake Intel I7 12700K dotato in unico package sia di core performance, esattamente 8, oltre che un gruppo di Efficent Cores, 4 in questo caso, capaci di elaborare ben 20 threads per ciclo e una frequenza massima, in Turbo Boost Max 3.0, di ben 5 Ghz, sicuramente un degno pretendente per sposare questo Lambo Project.

Ma ovviamente per chi si professa Extreme ciò non poteva bastare, ed ecco quindi che grazie alle capaci mani di MAX di Hardware Numbers, lo troviamo a spiccare il volo verso soglia 5400 mhz, in assoluta stabilità e con un 10% di performance in più rispetto al setting default.

Passando invece al direttore d’orchestra, cioè la scheda madre, non abbiamo nulla di meno dell’eccellenza con Asus ROG Maximus Z690 Hero, una mainboard che non ha certo bisogno di presentazioni, essendo tra quelle su socket 1700 che vanta le migliori caratteristiche tecniche, oltre a un design accattivante.

A livello dir RAM la scelta è caduta su Patriot Viper Venom RGB DDR5-6200 CL40, ovviamente col nuovo standard DDR5 a ben 6200 MT/s e 3 profili ottimizzati XMS con IC Hynix, per un voltaggio massimo impostabile (in automatico, senza considerare il fine tuning) di 1.35 V e timing principali 40-40-40-76-117 (36 a 5600 MT/s), insomma oltre a essere estremamente performanti, abbiamo anche una inaspettata flessibilità.

Questo però non è bastato al gruppo IEM: le stesse, infatti, sono state portate stabilmente a ben 6800 MT/s per giunta con un Cas settato all’impressionante soglia, per DDR5, di 32, giusto per spremere anche l’ultima goccia di potenza della configurazione Lamborghini. (trovate il video del processo di OC QUI)

Nel settore video non poteva mancare la tecnologia RTX, con tanto di accelerazione dei calcoli per l’interpolazione dei Ray attraverso unità dedicate, ovviamente possibili su soluzioni come Asus ROG Strix 3070 ti OC, dotata anche di ben 8 GB di memoria GDDR6, che si abbina in maniera perfetta al verde tema della build.

Il tutto è alimentato da un Asus ROG THOR da 1000W in specifica Platinum II, non solo dotato di schermo OLED per avere sempre un indice del carico effettivo, ma costruito sapientemente grazie all’utilizzo di componenti di qualità, non lesinando nemmeno a livello condensatori, tutti ovviamente Giapponesi da 85 gradi.

Il suggello alla configurazione Lambo Project lo identifichiamo nel comparto archiviazione, dove non poteva mancare qualcosa di particolarmente ricercato, come il Patriot Viper VP4300, un SSD in formato M2 già in specifica Pci-e 4.0 capace di una velocità in lettura e scrittura sequenziale di ben 7400 MB/s e 5500 MB/s rispettivamente.

Il tutto è poi legato dai cavi sleeve prodotti da Reaper Cables ovviamente in tema grigio-verde con un raffinato e minimalista cable management, che sottolinea una precisione di lavorazione indiscussa anche per i piccoli particolari, con pettini ben allineati e una visione di forme che trasmette coerenza.


FLUIDI DINAMICI


Una volta analizzato cosa celino le accattivanti linee di questo nuovo progetto IEM, è il momento di commentare l’approccio che hanno voluto dare e la loro interpretazione di custom loop, il sistema circolatorio e linfatico di Project Lambo.

Come partner preferenziale hanno eletto EKWB, per il Waterblock CPU è stato scelto un EK-Quantum Velocity² D-RGB 1700 Nickel + Plex con tecnologia OptiFlow specificatamente pensato per Alder Lake e il suo Socket 1700, che si incastona con eleganza al centro della build, a cui non può mancare la funzione RGB e i conseguenti Led (ben 14).

Per la tanica il gruppo IEM ha optato per una EK-Quantum Kinetic FLT 240 D5 PWM D-RGB con pompa D5 dal design elegante e flat, anch’essa impreziosita di led e gratificata da importanti dati di portata e pressione: per il radiatore da 360mm, invece, si è scelto un EK-CoolStream PE 360.

Passando al comparto ventole, sempre restando in casa EKWB, spiccano delle EK-Vardar X3M 120ER D-RGB, tra i prodotti più interessanti e curati sul mercato, con un range di RPM da 500 fino a 2200 giri, e una progettazione specificatamente indirizzata verso gli impianti a liquido.

Non si è, insomma, lasciato nulla al caso, scegliendo tutte componenti che potessero condividere un’idea d’insieme: anche i connettori (EK-Quantum Torque) o la scelta delle geometrie dei tubi rigidi da 14mm che seguono parallelamente l’estensione dell’Elios per poi scomparire in diverse dinamiche curve, diventano paradigmi iconici di un eccezionale equilibrio generale.


GENTLEMEN START YOUR ENGINES


Nel momento stesso i cui si accende il motore di Lambo Project e si apre il sipario su questo nuovo progetto IEM, ci si accorge che pur non vantando nulla di complesso, di difficile, di elaborato (per i loro Standard), in questo specifico caso si sono preferite forme secche, poco rotondeggianti, rotte in un generale ordine di geometrie.

Una scelta coraggiosa, ma indubbiamente premiante: l’ispirazione è chiara e immediata, scegliendo l’eleganza come forma espressiva, la stessa nobiltà che il marchio emiliano, con una forte reinterpretazione sportiveggiante, ha nel suo DNA.

L’associazione alla Huracan Evo risulta proporzionalmente riuscita, le maschere esagonali coprono ma lasciano allo stesso tempo trasparire, in un simpatico gioco di vedo e non vedo a seconda del punto di visione, mentre la scelta sia di liquido che di impostazione dei tubi rigidi esprimono un senso di continuità e proporzione.

In ultima analisi, Project Lambo, oltre a essere un eccezionale tributo, eredita una configurazione studiata nei minimi particolari, per molti versi furba, ma che ha un solo scopo, indubbiamente riuscitissimo: un ragionevole concentrato di performance.

Un ringraziamento particolare ad Asus ROG, EKWB, Intel, NEXT, Patriot, Reaper Cable per il prezioso supporto che ha reso possibile la realizzazione di questo progetto.

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Michele
Michele
2 anni fa

Mamma mia che build da spettacolo puro 🔥

Ubro92
Ubro92
2 anni fa

Lo stile é fantastico, soprattutto la griglia a nido d’ape utilizzata per il copri PSU che gli un tocco di eleganza e stile.

Sa mod
Sa mod
2 anni fa

Penna sublime

Aradia_Pub
2 anni fa

Mi serve :no
La trovo una tamarrata pazzesca :si
La voglio a tutti i costi:OVVIAMENTE SI!!!