Sviluppatore: | Distributore: | Versione testata: | Costo: | Data rilascio: |
Tribute Games Inc. | Dotemu, Gamera Games | Steam | 24,99 Euro | 16/06/2022 |
Chissà se quando Kevin Eastman e Peter Laird, nel 1984, stavano lavorando al fumetto Teenage Mutant Ninja Turtles si sarebbero mai aspettati di vedere la loro creazione cambiare così drasticamente nel tempo e diventare un autentico fenomeno della cultura pop degli anni ‘90. Da comic “underground”, noir e sporco, ispirato alle opere di Frank Miller, le Turtles sono rapidamente diventate la massima espressione di quell’irriverente sottocultura urban che viene omaggiata tuttora da un gran numero di produzioni d’ogni genere.
Il traino fu la prima serie animata, che smussò gli evidenti spigoli dell’opera originale per trasformarla in un prodotto adatto a tutti, soprattutto ai bambini, privato quindi della violenza delle tavole di Eastman e Laird in virtù di una narrazione spensierata e caciarona incentrata sulle quattro tartarughe ninja, sul loro amore per la pizza e sulla loro eterna rivalità con il malvagio Shredder.
Avanti veloce…fino al 2022, con Tribute Games e DotEmu che si presentano alle porte di Nickelodeon (ora detentrice dei diritti sulla serie) con la proposta di creare un nuovo videogioco in grado di riproporre le atmosfere e quella spensieratezza tipiche della storica serie animata. Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge è insomma uno dei titoli più attesi dai fan.
BEAT’EM UP…IN SALSA TARTARUGHE NINJA.
La storia videoludica del brand è costellata di tantissimi videogiochi che bene o male ruotano attorno ai medesimi cardini ludici. Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge si inserisce alla perfezione in questo solco, presentandosi come erede di Turtles in Time e The Hyperstone Heist.
Un beat ‘em up a scorrimento classicissimo nell’impostazione che ha fatto strabuzzare gli occhi a tutti i fan sin da subito, con trailer che mettevano in mostra una pixel art strepitosa, una palette cromatica perfettamente aderente ai canoni della serie e un gameplay estremamente caotico e all’apparenza divertente.
Parliamo di un picchiaduro a scorrimento dal comparto narrativo leggero, ingegnerizzato attorno alla possibilità di permettere addirittura a sei giocatori di giocare contemporaneamente seduti sullo stesso grande divano o postazione gaming.
Le intenzioni di DotEmu e Tribute Games sono sempre state più che esplicite: Shredder’s Revenge è a tutti gli effetti una celebrazione della serie animata che ha spopolato dal 1987 in poi. L’estetica è ripresa pari pari dalla serie, così come il cast di personaggi “extra-Turtles”, si pensi agli scagnozzi di Shredder e a personaggi secondari come April O’Neil e Casey Jones, che sono declinati secondo la loro incarnazione più family friendly.
Fanno la loro comparsa anche tutti gli antagonisti più famosi, da Bebop a Rocksteady, fino ai Kraang e i Triceraton, rigorosamente da prendere a randellate per sventare il malvagio piano di trasformare la statua della libertà in un cyborg assassino pronto a distruggere New York.
DIMENSIONE ARCADE, CON PROFONDITA’ DA VENDERE.
Il primo impatto con Shredder’s Revenge è stato abbastanza sorprendente. All’avvio della modalità storia si viene infatti accolti da un tutorial molto esteso, che mette in mostra un combat system all’apparenza più profondo del previsto in cui si alternano combo, uppercut, attacchi in scatto, in scivolata e mosse speciali. La prima impressione è che Shredder’s Revenge tenti in qualche modo di discostarsi con forza dalla semplicità e dall’immediatezza tipica del genere per abbracciarne una versione riveduta e corretta in cui il combattimento sia il più articolato possibile.
A proposito, in un intervista rilasciata in rete, Eric Lafontaine (Marketing Manager di Tribute Games) ha dichiarato che “il gioco gode di una forma di accessibilità tale da permettere a chiunque di impugnare il pad/tastiera e completare il gioco, pur non essendo particolarmente abile coi picchiaduro”.
E in definitiva è proprio così che stanno le cose. Il problema è che per raggiungere tale risultato è stato fatto un lavoro di semplificazione generale che minimizza la profondità del combat system, al punto che troppo spesso le partite si trasformano quasi automaticamente in sessioni di forsennato button mashing che finiscono per oscurare quasi totalmente la venatura un po’ più tecnica del gioco.
Ciò che ne deriva è un titolo che strizza sì l’occhio alle vecchie iterazioni arcade delle Turtles e risulta indubbiamente piacevole da affrontare, ma che nel suo tentativo di accontentare tutti finisce per banalizzare un po’ il suo schema di controlli che, almeno sulla carta, vorrebbe invece accontentare pure gli esperti.
“Il gioco gode di una forma di accessibilità tale, da permettere a chiunque di impugnare il pad/tastiera e completare il gioco, pur non essendo particolarmente abile con i picchiaduro” – Eric Lafontaine (Marketing Manager di Tribute Games).
Quello delle Tartarughe Ninja è pur sempre un brand in mano a Nickelodeon, e questo ha privato la produzione di una componente un po’ hardcore di cui avrebbe sicuramente giovato. Sempre parlando del suo approccio all’arcade, va detto che, sebbene si ponga come titolo in continuità con gli ottimi videogiochi di genere sfornati dal publisher francese, Shredder’s Revenge cade vittima di ingenuità figlie di un game design a volte troppo passatista.
Tra l’ IA dei boss che spesso sembra quasi barare incastrandosi in loop di attacchi inarrestabili, e piccole anticaglie ludiche tipiche del genere, Shredder’s Revenge è rimasto ancorato a stilemi segnati dall’inevitabile scorrere del tempo. Nulla a che vedere, ad esempio, con la modernità di Streets of Rage 4, nonostante questo lo renda molto più in linea col passato videoludico delle Turtles.
SINGLE PLAYER O PARTY GAME? ENTRAMBI!
Sistema Prova |
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Processore: AMD Ryzen 5 3500U |
Scheda Grafica: Radeon Vega Mobile Gfx |
Ram: 8 Gb |
Archiviazione: SSD Western Digital 256 Gb |
Sul fronte della longevità, la modalità storia di Shredder’s Revenge dura meno di due ore ma chiaramente fa della rigiocabilità il suo asso nella manica. La campagna consta di ben sedici stage, sparpagliati all’interno di una mappa interattiva di New York a 16 bit. Se da un lato i fondali sono sempre splendidi e ben caratterizzati, dall’altro non offrono chissà quali guizzi di creatività sul fronte del game design. I livelli sullo skate, che sono in assoluto i peggiori del pacchetto, non sono riusciti a convincerci in alcun modo, colpa della ripetitività delle azioni. Mentre le boss fight iniziali ci hanno sorpreso sia per impatto scenico sia per varietà di gameplay, quelle legate all’ultimo terzo del gioco non hanno ricevuto la medesima cura.
Detto questo, Shredder’s Revenge ha i suoi momenti di grande spolvero e possiede un paio di idee di game design a dir poco indovinate. Peccato che gli sviluppatori si siano dovuti contenere in quanto a sperimentazioni, proprio per l’esigenza di dover proporre il prodotto a un ampio target. Ma veniamo, infine, a quello che è il problema più evidente di tutti: la modalità single player di Shredder’s Revenge è veramente poco avvincente.
La colpa è della già citata ripetitività degli stage e della loro lunghezza complessiva ma anche della poca varietà in termini di gameplay. I segreti sparsi in ogni stage sono spesso banali e disseminati pigramente: riuscire a trovare tutti i collezionabili del gioco è una vera e propria passeggiata di salute che, alla fine, non offre ricompense interessanti al di fuori del punteggio bonus. Se a questo si aggiunge il fatto che modalità storia e arcade sono praticamente la stessa identica cosa (nella seconda i segreti vengono rimossi) e che la rigiocabilità ruota attorno al poter affrontare le succitate modalità con un personaggio differente, il quadro complessivo si scurisce un po’ troppo. Tra l’altro l’unico modo possibile per cambiare il personaggio in modalità storia è tramite il menù principale, una scelta questa che toglie immediatezza a un processo che si sarebbe potuto gestire in altro modo.
Il discorso cambia, e non di poco, quando si decide di affrontare Shredder’s Revenge in co-op locale. Più si è più il gioco diventa divertente e caciarone, con le battaglie che cedono il passo al caos più totale. Insomma, quando le scorribande delle Turtles si aprono al gioco di squadra sanno offrire momenti di pura gioia e ilarità, come solo le migliori esperienze cooperative riescono a fare.
In definitiva Shredder’s Revenge soffre di alcune fluttuazioni qualitative non da poco, soprattutto se messe in relazione alle realtà che gli hanno dato vita. La colonna sonora di Tee Lopes è complessivamente grandiosa, pensiamo anche alla presenza di tracce cantate dal Mike Patton dei Faith No More e da alcuni membri dei Wu-Tang Clan. La pixel-art che compone l’immagine è assolutamente azzeccata ma all’aumentare della diagonale dello schermo, la pulizia dell’immagine peggiora vistosamente, sia per quanto concerne i menù che gli stage dell’avventura.
È un peccato, anche perché il lavoro svolto sulle animazioni e la caratterizzazione estetica dei personaggi è assolutamente encomiabile e permette di distinguere senza alcun problema ciascuna delle tartarughe, anche nelle situazioni di combattimento più concitate. In altre parole, un ottimo modo per vivere le gesta dei combattenti in verde. Fluido da giocare e gradevole a vedersi, Shredder’s Revenge è un videogioco molto più che sufficiente e saprà fare la gioia degli appassionati di vecchia data del brand e un po’ meno di chi è appassionato al genere di riferimento e quindi in cerca di sfide più ardue.
Peccato per il single player, comunque un titolo interessante.
ok ora lo scarico