Sviluppatore: | Distributore: | Versione testata: | Costo: | Data rilascio: |
Blizzard | Activision Blizzard | Android/Battle.net | FTP | 02/06/2022 |
NOTA DELLA REDAZIONE: abbiamo atteso, abbiamo ponderato, e alla fine siamo usciti con un pezzo che possa essere una sintesi severa, ma giusta, nel bene e nel male, dell’ultimo capitolo della serie Diablo uscito su Pc.
Su la mano ragazzi: chi ha visto il trailer di DIABLO IV presentato allo showcase di Xbox-Bethesda?
Che giocone eh? Visto che grafica? E il negromante?
Davvero tutto bellissimo, quindi per rendere giusto onore al trailer oggi parleremo si di DIABLO, ma dell’altro, quello già disponibile pensate per mobile addirittura, nato per diffondere il titolo a quante più persone possibili nella speranza che ne restino affascinati a tal punto da attendere pazientemente il 2023 e nel mentre preparare la carta di credito, sempre che non venga esaurita del tutto prima; ma a questo ci arriviamo dopo.
D’altronde si sa, come recita un antico detto: “in guerra e carestia, gioco un Diablo, qualunque esso sia…“, giusto?
Non proprio diremmo, ma andiamo con ordine…
CONTESTO DIABOLICO
Il titolo si colloca cronologicamente tra il secondo ed il terzo capitolo, andando a riprendere una storia in teoria chiusa aggiungendo dettagli sparsi mentre incontriamo nuovamente tutti i personaggi storici della celebre saga.
Dopo il “sacrificio” di Tyrael e la distruzione della pietra delle anime, vari frammenti di quest’ultima vengono sparsi in giro per il mondo di gioco creando enormi disagi sia per il male che contengono, sia per la spietata guerra che ne scaturisce per il controllo.
Sta al nostro eroe vagare per le lande conosciute alla ricerca di questi frammenti per impedire che la pietra dell’anima venga riunificata, cosa che comporterebbe la rinascita di Diablo, il Signore del Terrore.
La macrostoria è inoltre condita di numerosi avvenimenti che fungono da pretesto per spostarsi in diverse aree di gioco facendo a pezzi qualunque essere vivente, non vivente o demoniaco che ci si presenta di fronte, ma almeno su questa parte di storia, zero spoiler.
CONTRASTI
Per il gameplay dobbiamo distinguere per dispositivi impiegati, perché in questo caso più che in qualunque altro giocare Diablo Immortal su PC oppure su Smartphone cambia completamente l’esperienza finale.
Partiamo dall’unica cosa che, in teoria, dovrebbe mantenersi costante, ovvero la modalità di gioco.
Quello che andremo a vivere in questa nuova iterazione di Diablo è l’esperienza classica del terzo capitolo decisamente semplificata per essere molto più immediata da gestire su Smartphone con lo spazio ridotto per i comandi; cosa che ovviamente su telefono funziona benissimo ma che su PC lascia decisamente l’amaro in bocca, coma a giocare una versione volutamente castrata.
Non siamo dei purisiti, sia chiaro, ma se ha dato enorme fastidio a noi essere limitati a 4 abilità, disposte a semicerchio sulla parte destra in basso dello schermo, non osiamo immaginare per chi ha una passione per questa tipologia di gioco cosa possa aver provato al primo avvio. Usare tastiera e mouse è semplicemente frustrante, non ci sono altri aggettivi che possiamo utilizzare senza sfociare nella volgarità; ma il sentimento preponderante è la rabbia (almeno per noi).
Rabbia per come è stato trattato un brand storico, rabbia per le evidenti mancanze lato PC, l’incompletezza dell’esperienza purtroppo necessaria per rendere il gioco fruibile da Smartphone, rabbia per il successo che sta avendo il gioco.
Sappiamo che è strano essere arrabbiati per il successo di un gioco, ma dal nostro punto di vista maggiore è il successo di Immortal, peggiore potrebbe essere l’evoluzione del gioco nelle sue future iterazioni, sempre più concentrate sul far entrare di continuo nuovi player piuttosto che concentrarsi sui giocatori storici e coltivare la loro smisurata fiducia che, però, non sarà illimitata. Già un’assaggio di cosa potrebbe succedere lo abbiamo visto al Blizzcon del 2019, con l’intera platea incredula e quasi in rivolta in seguito all’annuncio della versione mobile. La pezza messa in un secondo momento, ovvero il rilascio anche per PC, non ha minimamente placato gli animi ma oggi, a distanza di anni, tutto quella rabbia sembra essere del tutto scomparsa e questo ci spaventa: se giochi come Immortal hanno ed avranno successo (ipotesi che si sta rivelando esatta in base ai dati di guadagno degli acquisti in-game, vicini ai 50 milioni di dollari stando alle ultime notizie), aspettiamoci che in un futuro molto più vicino del previsto la stessa sorte potrebbe toccare anche ad altri celebri titoli: sacrificati sull’altare del mobile pur di tenere alti i profitti.
Dopo questo necessario preambolo, andiamo ad analizzare il gioco per come si presenta, ovvero un buon capitolo di Diablo.
“Ma come, dopo tutto quello che avete detto, tutte le recensioni negative, adesso dite che è un buon gioco?”
qualsiasi lettore dopo l’ultima affermazione
In effetti si, può sembrare contrastante come affermazione, ma fin adesso (e probabilmente anche dopo) tutte le critiche sono state rivolte non al gioco in se ma a tutto il suo contorno, ugualmente importante.
Strano a dirsi, vero, ma se per un attimo chiudiamo gli occhi e con moltissima fantasia cerchiamo di ignorare quanto detto finora, quello che ci resta è la buona vecchia ed efficace formula che tanto ha fatto la fortuna della Blizzard.
la progressione è lineare e molto ben calibrata, loot ed exp non sono mai un problema fino agli ultimi livelli ed in generale l’esperienza per quanto non curatissima a livello di lore come un capitolo principale risulta comunque estremamente godibile e coinvolgente.
Le classi sono da sempre un mezzo problema sugli MMORPG e anche stavolta non si fanno sconti. Inevitabilmente alcune classi risultano più avvantaggiate di altre se consideriamo che l’intera avventura deve essere percorsa quasi interamente in solo fino al cap del livello (i vari dungeon obbligatori si completano facilmente con la funzione trova gruppo del server senza la necessità di avere un gruppo organizzato con tank, healer ecc), buona fortuna quindi a completare il tutto con una build healer. tuttavia è pur vero che le skill, sebbene siano solo 4, sono intercambiabili al volo così come l’equipaggiamento, ma inevitabilmente vi mancherà la semplicità di approccio di un negromante o la potenza distruttiva di un guerriero.
Gli aggiornamenti così come i nuovi contenuti non mancano certo ad arrivare, come dimostra il lancio della prima season, nuovi boss end game e quella diffusa sensazione che, come ogni MMORPG che si rispetti, la fine non arrivi mai.
Tuttavia nel caso specifico di Diablo Immortal la fine potrebbe davvero non arrivare mai non per mancanza di skill da parte del giocatore, ma per la presenza di un disgustoso quanto ingiustificato PAYWALL non appena si iniziano i Dungeon Endgame.
In sintesi: l’accesso alle varie istance di gioco viene regolato da un livello di potenza attribuito al proprio personaggio sulla base dell’equipaggiamento che monta: questo per permettere di calibrare al meglio la difficoltà dei boss sulla base di alcuni scaglioni ben precisi che devono essere raggiunti prima di poter accedere al combattimento. Nulla di nuovo sotto questo aspetto visto che è un metodo impiegato spesso in questa tipologia di gioco.
Il problema nello specifico nasce quando buona parte del punteggio, una volta raggiunto appunto l’end game, è frutto non tanto dell’equipaggiamento (che come abbiamo già detto, risulta essere abbondante o facilmente farmabile) quanto delle gemme da incastonarci. L’unico modo per ottenere queste gemme in game è tramite i varchi, delle istance giornaliere che devono essere sbloccate e potenziate da dei medaglioni ottenibili sia in gioco che dallo shop. Quelli ottenibili in gioco sono molto limitati e di qualità inferiore (cosa che garantisce un loot alla fine del varco di pari rarità a quello dei medaglioni impiegati), mentre quelli più pregiati sono quasi unicamente acquistabili con le micro-transazioni in game.
In sintesi il gigantesco problema di Diablo Immortal è proprio questo: se si vuole giocare la parte finale del gioco occorre salire di item level, una volta ottenuto l’equipaggiamento più adatto a noi l’unico modo per scalare sono le gemme, per ottenere queste gemme è necessario comprare i medaglioni e ripetere i varchi praticamente all’infinito in un sistema incredibilmente inconsistente e basato unicamente sulla fortuna del loot.
Avrete sicuramente sentito parlare della cifra spaventosa necessaria per ottenere un personaggio al livello massimo considerando il 100% di probabilità di ottenere tutto quello che serve (tramite i vari pity, ovvero la certezza matematica di ottenimento di un oggetto leggendario dopo un numero ben preciso di loot), o dell’eqiuvalente in tempo di gioco senza spendere nulla: non ci sarebbe assolutamente nulla di male in questo se non fosse che il raggiungimento di un determinato punteggio permette o preclude ai giocatori la possibilità di giocare alle ultime fasi del gioco.
Questa tipologia di pressione è paragonabile quasi ad un ricatto: non importa quanto tu sia bravo o esperto del gioco, se vuoi partecipare all’ultima istance o sconfiggere l’ultimo boss, devi comprare questi medaglioni e continuare a comprarli fino a quando non troverai la gemma leggendaria che ti serve per gli ultimi 10 punti, così da poter avere il livello necessario per accedere al combattimento.
FORZATURE TECNICHE
Sistema Prova: Lenovo Legion 5 Pro / Xiaomi Mi10t Pro |
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Processore: AMD Ryzen 5800H / SnapDragon 865 |
Scheda Grafica: Nvidia RTX 3070 / Adreno 650 |
Ram: 16 Gb 3200 Mhz CL16 / 8 Gb LPDDR5 |
Archiviazione: SSD NVMe Crucial 1 TB / 256 GB UFS 3.1 |
Come potete vedere dalla scheda, abbiamo una doppia configurazione perchè, come già anticipato in precedenza, questo gioco è disponibile sia su PC che su Smartphone/Tablet: sembra corretto quindi vedere come si comporta in entrambi gli scenari.
Chi segue questa pagina oramai avrà imparato a riconoscere le nostre macchine: come PC utilizzeremo il Lenovo Legion 5 Pro e, prevedibilmente, non ci sono problemi di sorta: abbiamo un hardware quasi top della scorsa generazione sul versante mobile ed in 1600p a risoluzione nativa con ogni singola impostazione al massimo eravamo sempre ben oltre i 300 FPS con una percentuale di utilizzo CPU/GPU ridicola. Abbiamo ancora un piccolo sassolino da toglierci lato PC quindi tenete a mente questi dati per un momento mentre passiamo al secondo dispositivo.
Abbiamo voluto provare Diablo Immortal su uno Xiaomi MI 10 T Pro: non sarà l’ultimo grido in quando a potenza con un processore di ben 3 generazioni fa, ma parliamo comunque di un ex top di gamma che in quanto a prestazioni non si tira certo indietro.
Abbiamo la possibilità di scegliere alcune impostazioni grafiche a seconda dello stato di batteria o di quanto pensiamo di giocare perché questo gioco, indipendentemente dallo smartphone sul quale lo faremo girare, si farà sentire prepotentemente. Sul nostro Xiaomi i 60 fps a dettaglio massimo non sono stati un problema ma dopo pochi minuti le temperature del telefono erano diventate insopportabili; considerando anche la stagione estiva per delle sessioni di gioco superiori ai classici 10 o 15 minuti consigliamo vivamente di accontentarsi dei 30 fps a dettaglio medio.
Per quanto riguarda la durata della batteria questa purtroppo dipenderà unicamente dal vostro dispositivo e da una serie infinita di fattori, quali la copertura 4G o 5G, capienza della batteria e stato di usura, tecnologia e luminosità dello schermo ecc. ecc. Indicativamente parliamo di circa il 15% per 10 minuti di gioco sotto 4G+ con prestazioni e luminosità al massimo, quindi una carica al 100% dovrebbe garantirvi più o meno un ora di gioco anche se, per i motivi esposti in precedenza, è praticamente impossibile riuscire a giocare per così tanto tempo a meno di setup particolari (come and esempio ventole esterne o raffreddamenti attivi presenti sugli ultimi modelli di ROG Phone e simili).
In ultimo torniamo su una questione lasciata in sospeso qualche riga fa: ricordate quando abbiamo parlato delle performance lato PC? Risulta evidente come questa tipologia di hardware non sia affatto sfruttata a dovere in un gioco che è praticamente un porting di una versione per Smartphone compatibile anche su PC.
Questo è inaccettabile da una compagnia come Blizzard, che ha il suo pubblico su PC, i fan di Diablo sono su PC e dare loro qualcosa del genere è semplicemente imbarazzante ed offensivo.
Genshin Impact è un ottimo esempio di come un gioco multipiattaforma può e deve essere fatto: lo stesso identico gioco con gli stessi identici server ma con setup, texture e gameplay ovviamente differenti e ben calibrati per ogni dispositivo.