Quando si ha la possibilità di provare un gioco in anteprima, non sempre scatta immediatamente la scintilla e non dipende soltanto dalla fattura di un prodotto. A volte è necessario un po’ di tempo per entrare in sintonia con un’opera, per capirla e trovare il modo giusto per raccontarla. E poi, ci sono giochi come Homicidal All-Stars.
Lo abbiamo avviato con grande curiosità e, dopo cinque minuti, siamo stati immediatamente rapiti dalle sue meccaniche tanto che, lo ammettiamo, si riceve fin da subito un interessante stimolo ad approfondire questo titolo.
La creatura di Artificer, nella sua natura, propone un tattico a turni dalle meccaniche molto simili a quelle di XCOM (popolare creatura partorita da Mythos Games e Firaxis). Si guida una (piccola, inizialmente) squadra di specialisti armati contro un gruppo più o meno eterogeneo di avversari, ci sono le coperture (complete e medie), vengono indicate le percentuali di successo per colpire gli avversari e c’è anche l’RNG che sembra schierato contro il giocatore, esattamente come in XCOM. A differenza del titolo di Mythos/Firaxis, però, alcuni aspetti sono molto semplificati e l’esperienza di gioco è fortemente narrativa; la trama segue le gesta di una gladiatrice di un futuro distopico di nome Scarlett, che partecipa a un reality show futuristico in cui i concorrenti affrontano dei “difensori”, presi tra condannati a morte ed ergastolani.
THE RUNNING GUNNING WOMAN.
È il tipo di ambientazione e storia raccontata che ci ha sempre appassionato, una sorta di The Running Man (L’implacabile, in Italia, pellicola del 1987)) in cui alcuni poveri malcapitati intrattengono folle di spettatori ciniche e assetate di sangue. Un commentatore narra gli eventi di gioco, con il tono eccessivo e coinvolgente che ci si aspetta in uno “show” di questo tipo, mentre gli spettatori scommettono e tifano per la sopravvivenza (o la dipartita anticipata) di uno o più gladiatori.
Il gameplay è caratterizzato da due fasi, di cui una in tempo reale e l’altra rappresentata dagli scontri tattici a turni. Durante la prima possiamo esplorare le mappe, cercando di superare semplici enigmi e trappole per scoprire segreti e raggiungere magari la prossima sfida ancora con il massimo della salute, dato che può benissimo capitare di finire in un’imboscata subito dopo aver fallito nel disinnescare una bomba. Il risultato? Affrontare un combattimento con i punti vita già quasi al minimo, cosa che rappresenta quasi una condanna a morte.
Al centro di quest’ambientazione distopica c’è la vicenda personale della protagonista, legata (evitando spoiler) al massacro di una famiglia innocente da parte di un maniaco psicopatico presente nel gioco.
Tra una missione e l’altra, organizzate come “episodi” di uno spettacolo televisivo, si ha tempo e modo per esplorare le diverse mappe, scoprire in modo più approfondito il lore e le storie dei personaggi e magari acquistare equipaggiamento. Per chi si cala nell’anima più “social” di questo distopico reality show, è anche possibile partecipare a interviste e rilasciare dichiarazioni nei vari confessionali, oppure dedicarsi ai fan firmando autografi. Nella versione finale, inoltre, queste meccaniche social saranno integrate con Twitch, e sarà possibile coinvolgere il proprio pubblico durante le battaglie.
IL FASCINO DEL REALTIME…MOLTO A TURNI.
Inquadrato con una telecamera scenica posta sopra l’azione e ruotabile liberamente, il gameplay si divide in due parti: quando non ci sono nemici nei paraggi ci muoviamo in real time, evitando lame rotanti, fiammate, droni cecchini e altre simpatiche invenzioni atte ad azzerare la nostra aspettativa di vita. Con una minima dose di tempismo e aguzzando un po’ la vista per scorgere in tempo pedane da non calpestare o fili su cui non inciampare, non ci sono particolari problemi, anche se una minima perdita di punti vita può complicare la situazione quando subiamo un’imboscata o dobbiamo entrare in un edificio per vedercela con i nostri avversari.
A questo punto si passa al classico combattimento a turni che ormai amiamo definire X-COM like, dal nome dell’unità di combattimento extraterrestre resa celebre dall’amatissimo UFO: Enemy Unknown e si entra nel vivo del gioco. Il sistema è il classico connubio tra punti movimento per spostarci e punti azione per sparare, lanciare granate, curarci, attendere movimenti nemici per far fuoco all’istante o usare abilità soggette a cooldown.
Quando Scarlet e i componenti della sua squadra hanno terminato le proprie mosse, il controllo passa ai nemici gestiti dall’AI, per poi tornare a noi e così via fino a quando rimane in piedi una sola delle due fazioni. La cooperazione è fondamentale poiché difficilmente è sufficiente un solo colpo per sbarazzarci di un nemico, quindi attacchi simultanei allo stesso bersaglio o strategie per far spostare gli avversari accanto a un barile esplosivo o altri elementi letali dello scenario, possono fare la differenza, anche perché subiremo lo stesso trattamento da parte della gentaglia incaricata di terminarci, che si muove seguendo una buona strategia.
Nonostante questa sia la componente principale di Homicidal All-Stars, perde un po’ di mordente proprio a causa della sezione real time che toglie quell’ansia da esplorazione che si prova in titoli simili quando ci si muove con cautela casellina dopo casellina in uno scenario apparentemente deserto, consci che da un momento all’altro si potrebbe finire sotto fuoco nemico. Qui invece veniamo avvisati per tempo…peccato!
Terminata la mattanza, auspicabilmente in nostro favore, da buoni concorrenti di reality show torniamo alla casa, dove possiamo convertire l’esperienza accumulata in perk da sbloccare in un piccolo albero delle skill, comprare armi ed equipaggiamento con i soldi guadagnati, conoscere altri concorrenti che diventeranno nostri compagni di battaglia, ciascuno con le proprie caratteristiche da sfruttare al meglio, approfondire la storia scoprendo che non siamo lì per caso
(per questioni che non vogliamo spoilerare), ma soprattutto cercare sponsor per finanziare la crescita del personaggio.
Questa piccola componente manageriale fa perno sulla reputazione guadagnata in battaglia e sul rapporto con i fan che ci chiedono autografi e interviste. Dialoghi a risposta multipla determinano il nostro allineamento morale, che può essere ironico e gentile ma anche spregevole e non tutti saranno disposti a sponsorizzare una, usando la parola del gioco stesso, stronza!
MASSACRI…SPETTACOLARIZZATI.
Homicidal All-Stars si presenta con una veste artistica che esalta la violenza di cui è intriso il gioco, a partire dallo speaker che commenta con enfasi le azioni sullo schermo, passando per gli higlight degli omicidi più spettacolari. Il senso di squallore e degrado sia degli ambienti in cui si combatte che degli spettatori stessi è realizzato a dovere e inquadrando i vari soggetti con il mouse compaiono molte informazioni utili a pianificare la nostra strategia, quali equipaggiamento e capacità offensiva.
L’unico appunto che ci sentiamo di muovere al gioco, è una scomoda combinazione di tasti sinistro e destro del mouse per muoversi nella sezione dei combattimenti, che soprattutto all’inizio ci han fatto perdere involontariamente un paio di turni. Nonostante la nostra versione di prova fosse molto più completa della demo, che trovate in questi giorni su Steam, non era ancora quella definitiva e di conseguenza non siamo riusciti a vedere se verso l’endgame ci sono colpi di scena nella storia o twist al gameplay.
CONSIDERAZIONI
Il risultato del mix messo a punto da Artificier è un gioco assolutamente divertente, che ci ha appassionato lungo tutta la prova. Certo, c’è da capire quanto il comparto narrativo riuscirà a supportare le meccaniche di gioco lungo tutta la vicenda. Vista la struttura del gameplay, se la trama e l’ambientazione non riusciranno a tenere in piedi l’intera costruzione scenica nel corso dell’avventura, si potrebbe avvertire una fase di stanca e i puristi di questo genere potrebbero trovare le sue meccaniche troppo semplificate rispetto ad altri titoli simili.
Detto questo, gli elementi essenziali sono tutti presenti, tra copertura, granate, vari tipi di nemici e la possibilità di mettersi in overwatch per intercettare i movimenti delle unità nemiche durante il loro stesso turno.
Ci sono insomma tutte le premesse per un ottimo, per quanto semplice, gioco a turni dall’ambientazione unica e diversa dal solito. Rimane solo da attendere la versione completa, che arriverà in un prossimo futuro purtroppo ancora poco definito.
Molto interessante 😉