Dopo diversi anni di sudditanza, Intel, con la serie Alder Lake ha rialzato la testa rispetto alla proposta AMD che con il nome di Ryzen diventava sempre più iconografia di performance, consumi ridotti e scelta vincente.
E’ vero, Intel ha sempre avuto una fascia di fedelissimi che in barba all’anacronistico processo produttivo a 14 nm, alla mancata convenienza dell’offerta, al passaggio a 10 cores per poi ritornare a 8, hanno comunque preferito le colorazioni blu e azzurre nei propri case.
E’ un atteggiamento del tutto plausibile che si fonda sull’esperienza passata e la presunta sicurezza di mantenere le medesime certezze in futuro, un po’ come accade per Nvidia in ambito GPU, che ottengono un bonus di vendite indipendentemente dalle performance effettive (comunque ottime).
Tutto questo per dire che, almeno fino ad Alder Lake, dicevamo, di generazione in generazione, fosse sempre più chiaro come l’offerta AMD risultasse decisamente più appetibile, un po’ sotto tutti gli aspetti.
Proprio per non abbandonare il suo approccio monolitico (cioè tutte le componenti della cpu in un unico grosso die) e non confrontarsi in un campo, il MCM (Multi Chip Module), che vedeva AMD con un Know How di gran lunga superiore, gli ingegneri Americani (o meglio Israeliani) pensarono di dividere le unità di elaborazione, i così detti core, in 2 categorie distintive, quelli che conosciamo tutti e potenziavano anche le precedenti architetture, P-core (performance cores) e i nuovi E-cores, l’arma per coniugare un ottimo MT, buoni consumi su carichi bassi e restare, come dicevamo, monolitici.
Pochi sanno che tale prerogativa fu valutata anche da AMD, scartandola e preferendo puntare su un altro approccio.
Nasceva così la serie 12, con un nuovo Socket, il 1700, con nuove ram, DDR5 e supporto al fantomatico Bus di Generazione 5 (almeno per le 16 linee GPU) pur non essendoci, e non ve ne sono nemmeno ora, nessuna GPU in grado di trarne vantaggio, con costi di piattaforma sicuramente elevati.
La serie 13, facendo un ambizioso riassunto, mossa da Raptor Lake, è una evoluzione del primo approccio, con più cache L2 e L3, sia per P-core che E-cores, margini di frequenza superiori, stesso processo produttivo e una nuova serie di mainboard 700 che limano qualcosa, ma sostanzialmente sono quasi identiche a serie 600.
L’OFFERTA
I9 13900K sarà il top di gamma di questa generazione, fintanto che non vedremo la versione KS da 6 Ghz, e rispetto al suo illustre predecessore I9 12900K acquisisce 8 E-cores e una migliore frequenza media, che lo portano a poter elaborare ben 32 Threads per clock con un consumo massimo di 253W, decisamente non pochi.
I7 13700K, pur avendo il medesimo MTP, scala a 24 Threads massimi (come i precedenti I9 Alder Lake), ma con maggior IPC e frequenze che possono taccare i 5.4 Ghz in configurazione 8P+8E cores, per finire con quello forse più interessante per il gaming, ma anche in ambito generalizzato, I5 13600K che con i suoi 20 Threads a 5,1 Ghz può diventare veramente il best seller di questo fine anno per chi desidera un Pc da gaming, pronto anche a fare altro in maniera convincente.
Non è quest’ultima una prerogativa strettamente necessaria negli ambiti che a noi interessano, ma è anche vero che riuscendo a pareggiare 7600X nei videogiochi, lo distanzia poi negli ambiti più tipicamente MT, con un costo di piattaforma peraltro inferiore.
Come abbiamo anticipato il grosso della miglioria di questa serie si divide in tre ambiti distintivi:
- AUMENTO CACHE: si passa da 1,25 MB per core di L2 a 2 MB nei P cores, mentre ogni cluster da 4 e-cores sale a 4 MB dai precedenti 2 MB.
Per quanto riguarda L3 abbiamo 3 MB per P-cores e 3 MB per ogni cluster di E-core, per un totale di 36 MB contro i 30 di Alder Lake. - AUMENTO FREQUENZA: sul top di gamma 13900K si passa da 5.2 Ghx di 12900K per i P-cores a 5.8 Ghz (600 Mhz di upgrade), mentre per E-cores si passa da 3.9 a 4.3 Ghz (400 Mhz di update)
- AUMENTO E-CORES: raddoppiati in ogni configurazione, ma è un dato che in gaming incide poco.
Tutto il pacchetto dovrebbe consentire a Raptor Lake di staccare la precedente generazione di un 15% in ST e un 41% in MT, andando a scontrarsi in maniera del tutto convincente con la proposta AMD appena rilasciata.
Alder Lake, e la rinuncia a AVX512 ne fu un sintomo evidente, fu limitato da consumi e processo produttivo: per Raptor Lake Intel è passata a una versione ottimizzata e evoluta di Intel 7 sempre su tecnologia dei Transistor SuperFin, ma in grado di venire incontro alle precedenti problematiche al costo di un leggero aumento di MTP.
Anche la gestione dei dati in cache L2 e L3 viene ora organizzata tramite algoritmi AI in grado di pennellare dinamicamente i carichi (inclusivi e non inclusivi) in modo da ottimizzare le performance sia in ambito ST che MT.
Anche Thread Director (che riceve un maggiore supporto da Windows) e memory controller passato a DDR5 5600 MT/s di base dai precedenti 4800 con la confermata, ovviamente, compatibilità con DDR4 3200, una manna per configurazione entry e economiche. (ma anche Build Gaming particolarmente “furbe”).
Insomma, tra le righe abbiamo una ottimizzazione generale di una prima, seppur ottima, serie di CPU (Alder Lake)
MORE OF THE SAME, LE MAINBOARD
Come è noto LGA 1700 vedrà con Raptor Lake l’ultimo processore supportato, e forse anche per questo motivo le differenze tra il precedente chipset Z690 e il nuovo Z790 sono risibili: tolto il supporto a Ram DDR5 classe 5600 di default, cambia il rapporto tra linee Downstream Pci-e 3 e 4, con il nuovo Chipset configurato con 20 line Pci-e 4.0 e 8 linee Pci-e 3.0, contro le 12 e 16 della passata generazione.
In verità, oltre ovviamente alla configurazione dei Vrm più generosa visti i maggiori consumi, vi è un ulteriore differenza, questo veramente un dettaglio, si passa da 4 a 5 porte USB3 da 20 Gbps.
E’ chiaro quindi che sembrano più selezioni che si possono trovare tra una differente classe di mainboard della stessa gen (ci viene in mente Z690 con B660) piuttosto per un prodotto nuovo che dovrebbe rappresentare un livello e un distacco, o anche solo la possibilità di avere tecnologie esclusive, che non notiamo in questa serie 700.
LE PERFORMANCE
Lo studio delle latenze interne di una CPU è un utile strumento per valutarne le performance gaming, e il confronto consta in questo caso 13900K monolitico e R9 7950X MCM e viene descritto un interessantissimo scenario: la soluzione Intel ottiene ottime latenze per 3/4 degli scenari presi in esame, e in taluni ambiti paga con una prontezza inferiore, contro AMD che vede 2 casi su 4 latenze eccezionali, mentre per il restanti scenari solo discrete.
E’ palese quindi che da una parte abbiamo una maggiore omogeneità di performance, contro una specificità di AMD dove può sicuramente fare meglio delle soluzioni Intel: è da rilevare che gli algoritmi interni tenderanno a sfruttare le migliori prerogative di entrambi i prodotti ed è palese che fino a uno sfruttamento del 50% della CPU AMD avrà un vantaggio in questo ambito, contro Intel che progressivamente potrà recuperare fino al 75% di sfruttamento, per poi giungere a un sostanziale pareggio sul 100%.
Entrando specificatamente nella resa effettiva su titoli a bassa risoluzione (per escludere il Cpu limited) troviamo sorprendentemente, ma non troppo, ancora R7 5800X3D a guidare il gruppo, con Intel vicinissimo, almeno in Borderlands 3, e R9 7950 a un 15%, superato anche da R5 7600X, mentre in Cyberpunk 2077, che riesce a parallelizzare i processi sono le due nuove proposte AMD e INTEL a guidare tutto il gruppo con un 30% di vantaggio su una soluzione quale R9 5950X, decisamente impressionante, con R7 5800X3D allo stesso livello di 7600X.
Mediamente, prendendo a modello le review di Anandtech, Guru3d, Techpowerup, Hardware Upgrade e Computerbase troviamo una situazione composita, anche a seconda del modello di GPU utilizzato, si passa da scenari che vedono quasi una pareggio, a distacchi del 10% medio a favore di Intel rispetto a R9 7950X, comunque in linea generale vi è una tendenza di Intel a offrire in gaming performance leggermente più consistenti.
Oltre a un vantaggio in termini di resa nei videogiochi, la piattaforma Intel, soprattutto in ambito classe medio alta, con I5 13600KF in particolare, risulta anche più economica, con la possibilità di utilizzare memorie DDR4 in caso, ma anche nel confronto DDR5 vs DDR5, indubbiamente scegliendo i processori di tredicesima generazione Intel, si riescono a combinare configurazioni con richieste economiche più modeste.
Il tutto, però, si paga in termini di espandibilità, visto che Raptor Lake sarà l’ultima architettura a supportare LGA1700, contro AM5 che vedrà la possibilità di espansione per almeno 3 nuove architetture, inoltre non c’è da sottovalutare le criticità anche nell’utilizzo gaming in fatto di temperature d’esercizio, con punte di 88 gradi dotandosi di un dissipatore AIO, il che non è certo un bene sul lungo periodo.
I consumi, infatti, staccano un nuovo primato assoluto, superando quelli di I9 12900KS, con punte di 334W, il che rende critica la gestione di una CPU del genere, o comunque nettamente più difficoltoso rispetto alle soluzioni concorrenziali, anch’esse, comunque, cresciute nel numero di Watt richiesti
Ovviamente l’ottimizzazione dei bios, e alcune tecniche atte a limitare certi picchi di frequenza, sacrificando leggermente le performance, possono essere utili per rendere tali CPU più digeribili a sistemi di dissipazione ragionevoli.
Anche in ambito I5 i picchi di wattaggio sono notevoli, ma decisamente più gestibili, configurando per molti utenti un target più consono, se si sposa una configurazione Intel di nuova generazione.
Così come Ryzen 4, anche la serie 13 Intel, rispetto ad Alder Lake, offre un valore aggiunto non significativo, peraltro spingendo ulteriormente lato consumi: ha il grosso vantaggio di offrire una compatibilità rispetto alle mainboard serie 600, per chi possiede già Alder si potrebbe prospettare un upgrade al costo della sola CPU,
Ma tale mossa vale veramente la pena? La risposta è assolutamente NO, per limare un 10% in gaming su un architettura non espandibile, tanto più che le mainboard B760 e Z790 offrono un riequilibrio delle linee Pci-e 3.0 e 4.0 e poco di più, oltre che un comparto VRM aggiornato dalle nuove esigenze di consumo, ci sembra irragionevole investire ulteriori denari, che potrebbero essere risparmiati magari per una GPU più performante.
Ci troviamo, sostanzialmente, a differenza di AM5, al cospetto di un sistema main-cpu-ram al suo tramonto, in attesa di quello che il promettente Meteor saprà proporci, ma è anche vero che vince, rispetto ad AMD, nell’equilibrio performance/costo, il che lo potrebbe far preferire a tutti coloro che non hanno esigenze di espandibilità futura.
IL VALORE AGGIUNTO DELLA CONCORRENZA
Proprio per questo motivo, e frutto della validità dell’offerta Intel, AMD ha recentissimamente (oggi) aggiornato i prezzi sul suo shop ufficiale, e vede ora R5 7600X proposto poco sotto i 300 euro, 7700X a 419, 7900X a 570 e per finire il top di gamma, 7950X, a 690 euro.
Anche R7 5800X, per chi disponesse ancora di una piattaforma AM4, lo si può trovare a 396 euro.
Cosa cambia nel confronto con questi Raptor Lake? Bhe l’offerta inizia a diventare più ragionevole, con un 13600KF quotato sui 360 euro (388 per 13600K) e quindi con una richiesta maggiore del 20% circa, che potrebbe giustificare le maggiori performance MT, anche se in gaming, come abbiamo già ribadito, a seconda degli ambiti, non sussiste una differenza elevata (5-10%).
Tirando le somme, vuoi come primo interprete dell’era AM5, vuoi per la sua natura di alba del periodo LGA 1700, sia AMD che Intel, sembrano in uno stato di transizione non particolarmente economico per l’utenza, e valorizzante solo per coloro che devono pensare una nuovissima build da zero.
La serie 13, quindi, almeno lato gaming, non ha quel plus necessario per renderla un must buy rispetto ad Alder, oltre che in rapporto agli ultimi Zen3, e forse necessita di un nuovo processo produttivo per superare certe criticità antipatiche (e non salutari per il nostro Pc).
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