Fin dai primi trailer presentati, Atomic Heart ha rappresentato un benchmark grafico per le soluzioni Geforce e la loro nuova tecnologia Ray Tracing: da allora, tra vari rimandi, il titolo Mundfish ne ha fatta di strada e il 21 febbraio debutterà nel mercato, finalmente.
Siamo lieti, quindi, di evidenziare i requisiti di sistema finali:
Tutto sommato richieste ragionevoli, per una buona esperienza a 1920×1080 con i dettagli alti con un target di 60 fps basterà un RX 5700 XT o una GTX 1080, con cpu di generazione 1 Ryzen (quindi non propriamente fulmini di guerra) o serie 7 Intel, 90 GB di spazio su SSD e 16 GB di ram di sistema.
Per puntare al 4k si parla di RX 6800 XT o RTX 3080, mentre non si fa cenno al Ray Tracing, ma sappiamo che supporterà DLSS 3 e come da copione FSR 2.0 al lancio, mentre bisognerà aspettare per XeSS di Intel: queste tecniche sono strumenti utili per consentire all’utenza una maggiore flessibilità di risultato in caso di carico supplementare, appunto, per effetti di Ray Tracing in tempo reale.
Atomic Heart è un FPS open world narrativo ambientato in un universo politico frutto di un immaginario 1955 dove l’unione sovietica ha avuta una nuova alba tecnologica grazie a un polimero liquido in grado di collegare all’interno di una grande intelligenza artificiale (chiamata Kollektiv) tutte le entità robotiche.
Ovviamente nella struttura 3823 qualcosa andrà storto e saremo noi a dover indagare sull’accaduto.
Il titolo sarà protetto dalle chiavi Denuvo e conterà graficamente su quanto di meglio tecnologicamente può offrire il mercato, allo stesso tempo, a detta dei programmatori, la scalabilità sarà eccellente, anche le versioni old gen console dovrebbero essere ben ottimizzate.
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