La fine di un’era?

by Splintell
5 comments 979 views

A cura di Splintell.
Quanto scritto in questo testo rappresenta un mio punto di vista; sono principalmente opinioni e considerazioni personali che non necessariamente rappresentano idee condivise dallo staff di PcGamingVault.

Un sabato pomeriggio come tanti altri, dopo essermi assicurato di non avere altre incombenze per il resto del weekend, mi sistemo al mio PC e, come prima cosa da qualche anno a questa parte, faccio il consueto giro dei vari store per i vari regalini settimanali. Twitch con prime gaming, Steam (sia mai che ci sia qualche perla nascosta o un 95% sulla mia wishlist) ed infine Epic.
Si tratta di una routine consolidata da tempo ormai, alla quale faccio pochissima attenzione ormai, eppure questa volta la mia attenzione è rimasta catturata dalla sezione “In Evidenza” dello store EGS.
Da inizio anno, tra gli sconti in evidenza e le nuove uscite, sono rimasto sorpreso nel vedere quanti titoli provenienti dal mondo PlayStation siano arrivati sul mondo PC: Uncharted-Legacy of Thieves, Sackboy: una grande avventura, Spiderman-Remastered e Spiderman-Miles Morales (che ho preso e mi sta divertendo tantissimo), indietro nel tempo abbiamo la Director’s Cut di Death Streanding, la Complete Edition di Horizon Zero Dawn, God of War, mentre in prossima uscita ho trovato Returnal.

Per curiosità, ho aperto la pagina di PlayStation 5 per fare un confronto diretto con quelle che sono vendute tutt’ora come delle “Esclusive” della console di Sony e questo è quello che ho trovato:
Horizon Zero Dawn: Forbidden West
God of War: Ragnarok
Spiderman: Miles Morales
Returnal

The Last of Us
Uncharted: Legacy of Thieves
Sackboy
Death Streanding Director’s Cut
Rachet & Clank: Rift Apart
Ghost of Tsushima Director’s Cut
Gran Turismo 7
Demon’s Souls


Cosa notate in questa lista?
Vi rispondo con quello che ho notato io: su 11 titoli trovati dalla pagina ufficiale di Sony Playstation Italia, quelli veramente identificabili come esclusive sono solo gli ultimi 4 della lista ( Rachet & Clank: Rift Apart, Ghost of Tsushima Director’s Cut, Gran Turismo 7, Demon’s Souls ), i primi 2 invece sono il secondo capitolo di giochi a loro volta presentati come esclusive PS5 un tempo, ma oramai ben noti al popolo dei PC gamer (e nulla mi dissuade dal pensare che si, arriveranno anche loro), mentre tutti gli altri giochi sono attualmente acquistabili sullo store EGS proprio in questo momento (anche a prezzi più vantaggiosi se si possiedono sconti o altro).

Non ho certo scoperto l’acqua calda, sia chiaro, ma non riesco a non pensare al fatto che qualcosa di importante stia accadendo sotto i nostri occhi in questi anni.
Come possiamo definire, in maniera univoca, un titolo che viene presentato e venduto come Esclusiva? Il termine indica e designa un gioco come giocabile “esclusivamente” su Playstation poiché pensato, sviluppato ed ottimizzato per quel hardware specifico, ad unico diletto di tutti quegli utenti che hanno scelto di preferire una piattaforma al posto di un’altra.
Il concetto di esclusiva, per quanto possa risultare poco democratico agli occhi dei più, è ciò che permette ad alcuni studi di sviluppo (penso a Naughty Dog o Santa Monica) di continuare ad eccellere nel loro lavoro e rimanere profittevoli perché, a parità di investimento, possono ottimizzare i costi dello sviluppo (avendo da gestire solo una tipologia di hardware) e spendere di più in sceneggiatura, dialoghi, casting per un’esperienza molto più raffinata.
Dopo la chiusura del ciclo di vendita di un determinato titolo (Tre mesi? Sei mesi? Dopo il primo anno?) e dopo aver raggiunto il target di vendita preposto, questi stessi giochi vengono resi disponibili anche su altre piattaforme e store per ingrossarne ulteriormente i volumi di vendita con un minimo investimento per il porting.

Questo mi porta a pensare a due dirette conseguenze che, con molta probabilità, continueranno ad essere lo standard di tutta l’industria ancora per qualche tempo.
La prima considerazione alla quale giungo è che oramai sono sempre meno gli studi di sviluppo che investono unicamente su PC: a pensarci bene credo che non esistano neanche dei tripla A considerati Esclusive PC e questo è senza dubbio indicativo.
Ad oggi, come si fa a consigliare il PC ad un neofita che vuole fare il suo primo investimento nel mondo dei videogiochi? Supponendo un Budget di 1000€ per un giovane, sarà sempre più conveniente per lui prendere una Xbox Series X ed un portatile piuttosto che l’equivalente in un PC da “gaming”, trovando oggettivamente più soddisfazione nella resa grafica della Xbox rispetto al PC in questione (complice di questo praticamente la scomparsa della fascia entry level da tutta le categorie di hardware). Se uniamo questo al fatto che a causa dei prezzi sempre meno giocatori possono permettersi di aggiornare costantemente la propria macchina (e questo lo vediamo parzialmente dalle statistiche di Steam sull’hardware più popolare), riesco a giustificare il perché l’intera industria preferisce sviluppare su console e solo successivamente pensare al porting su PC. Nessuno sviluppa più videogiochi (eccezion fatta per gli FPS competitive e per piccoli studi indie) avendo come target il PC e questo è evidente dalle scelte di design dei giochi stesso e dal fatto che nonostante un Gaming Rig Top Spec riesca ad essere anche 10 volte più performante (e costoso) di una console, le prestazioni e la qualità combinata non raggiungono mai le stesse proporzioni 1 a 10, ma neanche 1 ad 3 il più delle volte; come riusciamo a giustificare una cosa talmente tanto antieconomica se non con la parola passione? E cosa succederà quando l’ultimo tizzone di “passione” si sarà estinto a seguito dell’ennesimo porting cappato a 60 fps?

La seconda considerazione riguarda le console e la cosiddetta “Console War”.
Sono praticamente nato (videoludicamente parlando) durante la faida oramai ventennale tra Sony e Microsoft, tra Forza Motorsport e Gran Turismo, tra God of War e Gears of War, tra Metal Gear Solid ed Halo: ricordo come scegliere la console sbagliata poteva significare perdere amicizie (il cross platform non era contemplato ai tempi) o semplicemente non si potevano scambiare i giochi una volta terminati.
Si andava per la maggiore tra i propri gruppi di amicizie e questo impedì ad intere generazioni di avere accesso a titoli che semplicemente non erano a conoscenza esistessero.
Ma come si trasporta tutto questo al giorno d’oggi? Ha davvero ancora senso parlare di scelta quando la maggior parte delle uscite sono condivise tra Playstation, Xbox e PC? Quando le uniche esclusive sono quelle che ancora non sono state convertite per PC? Quando il gamepass di Microsoft vi permette di giocare tutta la libreria Xbox compatible (anche passata) a 150 euro all’anno (l’equivalente di 2 giochi playstation al lancio) saltando dalla Xbox al PC fino anche ad un telefonino con il cloud ed un PAD? Quando il progetto Playstation plus, con i suoi costosissimi pacchetti è pur vero, vi da accesso alle selezioni dei vecchi classici e dei giochi inclusi (tra cui le famose “esclusive” di cui sopra)?
Ma soprattutto, come giustificare queste spese di fronte al fenomeno della pirateria? Non è mai stata sconfitta, ma solo marginalizzata dalla strategia del “Game as a Service” o dell’ “Always Online“, che ha avuto come unica conseguenza la distruzione di celebri titoli palesemente non pensati per avere componenti online al proprio interno (Fallout 76 ne fu la prova lampante, benché non sia stato minimamente il suo unico problema).

Io davvero non ho risposte ma solo tanti punti interrogativi. So solo che man mano che gli anni passano riesco a ritagliarmi sempre meno tempo, e di conseguenza a sperimentare sempre meno.
Temo inoltre che questa sarà la mia ultima generazione che spenderò su PC per tutte le considerazioni di cui sopra, ma anche per il costante sbilanciamento in favore delle console in tutti quei titoli che sono multipiattaforma (la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’ultimo COD MW2, il cui multiplayer è e rimarrà dominato dai giocatori con gamepad a causa dell’Aim Assist troppo invasivo, quasi al pari di un Aim-Bot).
Con questa chiusura davvero triste dal mio punto di vista, vi ringrazio per la lettura e vi aspetto nei commenti per farmi sapere la vostra opinione in merito.

In Vault We Trust.

Potrebbe interessarti anche

Iscriviti
Notificami
guest
5 Commenti
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Patrick Grioni
Amministratore
1 anno fa

Nella mia vita di videogiocatore ho attraversato tante fasi, partendo dal mitico Atari 2600, per passare a varie sperimentazioni con 3DO, Amiga CD32, mio fratello aveva il Super Famicon, ho avuto esperienze incredibili con lo Zelda di Nintendo 64. Una volta, però che riuscii a comprarmi il Pentium 166 mi pare nel 1996 ho sempre attribuito la flessibilità e la possibilità di utilizzo un valore così preponderante da diventare agnostico verso ogni forma di chiusura, nel senso che mi sono sempre sentito limitato con altri tipi di intrattenimento ludico. La fase attuale del Pc Gaming non è per nulla fiorente… Leggi il resto »

Claudione
Claudione
1 anno fa

L’ Xbox è un pc, di fascia medio bassa. Con un pc vero si fanno altre cose, oltre a giocare.

MorbiduZz
MorbiduZz
Rispondi a  Splintell
1 anno fa

Condivido il tuo pensiero, e ti dico di più, per ovvi motivi di mercato la Sony o Microsoft non lo faranno mai credo ma se dovessero pensare di fare un console premium una versione più spinta diciamo sui 800/1000€ che prestazioni avrebbe? A cosa servirebbe più un PC per giocare solamente? Penso che probabilmente la scelta migliore sarebbe farsi un buon PC per lavorare con costi accettabili ed una console per giocare, con una spesa inferiore ad un PC ultra pompato per il Gaming, puoi giocare e lavorare senza sbattimenti ( perché anche se molti non lo vogliono ammettere, nel… Leggi il resto »