Thermaltake CTE C750 TG ARGB Review

by Patrick Grioni
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Installazione componenti

Arrivando al pezzo forte, vi illustriamo cosa abbiamo deciso di inserire in CTE C750: abbiamo utilizzato una nuovissima CPU Intel I5 14600KF, dotata di 6 cores performance e 8 adibiti all’efficienza, per un totale di 20 Threads contemporanei e un PL2 (il limite impostato di consumo) di 253 W, anche se il nostro esemplare ha toccato al massimo i 210 in Cinebench R23, il tutto abbinato a una mainboard B760 Strix-F, 32 GB di ram DDR5 Kingston Beast a 6000 MT/s e una RTX 4070 TUF OC di Asus.

Per completare la scarna predisposizione di base (solo 3 ventole) abbiamo ordinato altre 2 CT140 ARGB che abbiamo posizionato sul top, abbiamo poi utilizzato le 3 di serie in immissione posteriore (i flussi su CTE 750 sono inversi) e terminata la build con un AIO Artic 360 Liquid Frrezer II (non RGB per non appesantire il tutto).
Il tutto alimentato da un eccellente LC Power 1000W in classe Platinum (ATX 3.0 con supporto a connettori 16 pins Nvidia).

Il posizionamento di una mainboard ATX si incastona perfettamente tra i numerosi spazi per far passare la cavetteria e sembra in verità non riempire poi molto il case, come è possibile osservare in configurazione default il comparto ventole è un po’ sacrificato e esteticamente disomogeneo.

CTE C750 avrà già preimpostati i supporti proprio per ATX, il che ci consente di fare il minimo indispensabile, posizionare la scheda madre e avvitare le viti di serraggio.

Tocca ora al dissipatore CPU, un AIO da 360 che abbiamo deciso di posizionare sul front con i tubi che partono dal basso, questo per evitare fenomeni di bubbling.

Dispone di un unico connettore di alimentazione da posizionare nel 4 pins AIO Pump, sarà quindi necessario da bios disabilitare il controllo sull’entrata CPU fan onde evitare continui messaggi d’errore.

Come detto il serraggio del radiatore è possibile farlo su un tavolo comodamente e poi installarlo nel case, notiamo in questo caso un difetto di assemblaggio, gli inviti più larghi che servono a non avere problemi con la filettatura delle viti non sono perfettamente in linea, come si vede nell’immagine, e bisogna trovare un equilibrio di misure per non avere problemi in tal senso.

Una volta avvitate le 12 viti sarà possibile, comodamente, riposizionare la griglia nel case e procedere con l’installazione del waterblock sulla CPU.

Lavoro non dissimile con il back, che avrà 3 ventole da 140mm CT140 ARGB in entrata, 2 delle quali acquistate a parte, per un totale di 5 ventole a progetto finito.

Come con il radiatore tutto può essere fatto fuori dal case, ovviamente abbiamo scelto una configurazione Daisy Chain in modo da controllare con un unico attacco System Fan tutte e 3 le ventole, per un controllo differenziato, infatti, non sarebbero bastati gli attacchi mainboard e avremmo dovuto affidarci a un controller esterno alimentato.

Parlando di Cable Management, tutto può essere ordinato in pochi minuti, la larghezza di ben 9,5 cm della seconda camera/vano alimentatore consente veramente di lavorare con grande serenità e gestire anche le configurazioni più complesse.

Con l’aggiunta di 2 ventole sul top (sempre da 140mm) e della GPU giungiamo alla fine del lavoro, speriamo di avervi trasmesso le stesse sensazioni che abbiamo provato noi nel gestirlo, estrema facilità, grande raziocinio e in generale pochissimi problemi.
In parole povere è stato un piacere.

A livello estetico il risultato finale rappresenta, sicuramente, una interpretazione decisamente moderna del concetto di Pc gaming, ci sono i Led, ci sono ampie finestre in cristallo, ci sono i volumi imponenti.
L’unica componente forse meno appariscente è la paratia di destra, funzionale ma molto tradizionale, il che non è un male in se, ma che forse avrebbe potuto completare meglio un insieme comunque convincente.

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