A fine aprile Intel ha chiesto ai produttori di schede madri delle serie 600 e 700 di mettere a punto nuovi BIOS basati sulle impostazioni consigliate. E questo con l’obiettivo di prevenire i problemi di stabilità emersi in relazione ai processori Intel Core 13900K e 14900K, varianti incluse. In risposta Asus, Gigabyte ASRock, MSI e Biostar hanno rilasciato BIOS basati su un profilo chiamato Intel Baseline, cadendo però in errore.
In un nuovo comunicato, questa volta ufficiale, Intel chiede ai produttori di non utilizzare i parametri Intel Baseline, a quanto pare basati su vecchie linee guida. Consiglia invece di utilizzare le impostazioni Intel Default, riassunte efficacemente in una tabella che trovate qui sotto.
Intel è di fatto contraria che i costruttori utilizzino impostazioni base, su schede madri capaci di reggere valori più alti e che ne risulterebbero quindi eccessivamente penalizzate. Per questo ha formulato le impostazioni Intel Default che combinano i parametri relativi a temperature e alimentazione con una serie di profili basati sulle capacità della singola scheda madre.
Come conseguenza del comunicato, Gigabyte ha rimosso dalle pagine di supporto delle proprie schede madri 600 e 700 i BIOS Intel Baseline ed è probabile che nelle prossime ore Asus, ASRock, MSI e Biostar facciano lo stesso. Ci aspettiamo l’arrivo di nuovi BIOS basati sui parametri Intel Default nel corso dei prossimi giorni.
“Diversi produttori di schede madri hanno rilasciato profili BIOS con l’etichetta “Intel Baseline Profile”. Tuttavia, questi profili BIOS non corrispondono alle raccomandazioni “Intel Default Settings” che Intel ha recentemente condiviso con i suoi partner in relazione ai problemi di instabilità segnalati sui processori K di 13a e 14a generazione.” – Comunicato ufficiale Intel –
Appassionati del Vault, non è effettivamente chiaro se l’utilizzo delle impostazioni Intel Default metta del tutto al sicuro gli utenti dai fenomeni di instabilità riscontrati con i processori Core i9-13900K e Core i9-14900K. Se non altro si tratta di una soluzione ufficiale, ma pone comunque dei freni alla possibilità di spingere a fondo costosi processori che sono pensati proprio per lavorare ad alti regimi. Per questo ci auguriamo che Intel identifichi ed elimini al più presto le cause del problema.
Resta il fatto che, non appena saranno disponibili informazioni più chiare e dettagliate in merito alla questione, sarà come sempre nostra cura tenervi aggiornati tempestivamente. Nel frattempo continuate a seguirci anche sulla nostra aggiornatissima Pagina Facebook.