Mayhem in a single Valley Review

by Gianluca Prestinenzi
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Sviluppatore:Distributore:Versione testata:Costo:Data rilascio:
Fluxscopic LtdtinyBuildSteam12,49 euro20/05/2021

Dopo la psichedelica esperienza in solitaria di You are not a banana del 2015, Brian Cullen questa volta ci riprova. Abbandonando l’autopubblicazione e affidandosi a tinyBuild, la Fluxscopic ltd smette così di essere un nome d’arte per celare l’artista in eremo e diventare un vero e proprio team, ad Ontario, pubblicando Mayhem in Single Valley, disponibile dal 20 Maggio.

“Mayhem”…a Single Valley?

No, ovviamente nessuna tappa del tour dell’omonima band metal norvegese, il francesismo che coglierà di sorpresa la città del giovane Jack, pronto per lasciare casa e vivere nuove avventure nella metropoli, è da leggere senza doppi sensi: caos! E nonostante la sua partenza sarà ben presto annullata, si ritroverà – suo malgrado – a vivere da subito un’avventura pure troppo grande per il ragazzino in felpa rossa e senza neanche allontanarsi eccessivamente da casa.

Ritrovatosi faccia a faccia con un’entità malefica, all’improvviso la città tutta, animali compresi, si trasformerà in zombie e lui solo, accusato ingiustamente dai pochi non infetti di essere l’untore, dovrà svelare l’origine del male per salvare la sua città natia dal morbo e, non meno importante, se stesso dalla colonna infame.

Grafica

Oltrepassato lo steccato di casa, inizierà quindi la nostra avventura per la città, facendoci spazio tra animali inferociti attraverso un percorso su binari enigmi da risolvere; già dalle primissime battute, verremo colpiti dallo stile grafico misto, su base Unity, che unisce la pixel art all’interno di un mondo 3D particolarmente ispirato; nonostante questa tecnica mista non sia certo una novità, gli sprite bidimensionali si integrano perfettamente col mondo a tre dimensioni a vista a volo d’uccello, che si sviluppa tra oggetti dotati di una certa plasticità e altri più semplificati in stile simil-2D da far da collante, il tutto condito da colori sempre vivaci e accesi e un’amalgama di ambientazioni sempre umorisitiche che portano alla mente Earthbound.

Anche le animazioni sono ben pesate, con frame di intercalatura mai avari, ma allo stesso tempo mai sovrabbondanti, da rendere ben giustizia al 16 bit-style. Notevole, inoltre, l’impianto di illuminazione dinamica che benchè sulla carta possa sembrare completamente fuori contesto, risulta invece davvero pregevole, creando un piacevole effetto di contrasti, contrasti su cui si basa tutto l’art design.

Gameplay

Similmente allo stile grafico, anche il concept del gioco è vario e misto. Come detto, privati di ogni tipo di percorso alternativo, il nostro viaggio lungo Single Valley sarà un tracciato obbligato, in cui dovremo farci strada liberando ogni ingerenza, sia essa epidemica che ostruzioni di barriere di vario tipo. In quest’ultimo caso, il gioco non presenterà mai situazioni simili e la suddetta eterogeneità scenografica porterà con sé una varietà sempre diversa di enigmi, a volte ambientali, altre di sopravvivenza, altre ancora enigmi di logica propriamente detti: tutti sono ben congeniati anche se tarati verso un livello medio e apprezzabilissimi, ma l’apprendimento del giocatore verso questi, fini a se stessi all’interno della propria microarea – e mai più ripresentati – dà un senso, alla lunga, di fastidio, una sensazione di voler rimettersi alla prova che però rimane insoddisfatta o quando l’esperienza di un precedente enigma ci porterà alla fallace fiducia e nella rovinosa morte. Per quanto riguarda la propria fuga dall’orda di umani e animali zombie lungo il nostro cammino verso la scoperta della verità e soprattutto dell’antidoto, la nostra arma sarà una fionda che potremo armare in base al tipo di nemico che avremo di fronte; ma se gli indemoniati scoiattoli son ghiotti di ghiande, mai faremo in tempo a caricare la nostra arma da lancio di uova o di pietre per colpa di un infelice menù di scelta a scorrimento lento in modo estenuante, che ci renderà perciò completamente vulnerabili quando le orde – quasi sempre – saranno miste, rendendo di fatto la schivata l’unica vera soluzione alla nostra salvezza, necessaria più che mai dotati di una sola vita per via della meccanica trial&error.

Altra nota dolente sono alcune meccaniche di gioco mal implementate, come ad esempio la fusione degli oggetti del nostro inventario: salvo l’unica volta che sarà necessario farlo, giocoforza essendo il tutorial di tale azione, questa risulterà assolutamente evitabile, se non addirittura inutile, per il resto del gioco. Un vero peccato.

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