Sviluppatore: | Distributore: | Versione testata: | Costo: | Data rilascio: |
Joy Manufacturing Co. | Iceberg Interactive | Steam | 17,99 euro | 18/08/2021 |
Nei ricordi scolastici di ognuno di noi albergano talune preferenze, che possono essere un periodo storico, un avvenimento, una materia, un argomento che ci rappresenta in maniera sinergica e che, magari, ha caratterizzato pure alcune nostre decisioni.
Inconsapevolmente ne siamo influenzati durante la nostra crescita, e alcune volte, rincontrando quegli ambiti, è come sentirsi piacevolmente coccolati in un’alcova calda e puerile, dove riscopriamo delle nostre antiche, ma mai sopite, passioni.
Ambition: A Minuet in Power! è proprio questo per chi (come lo scrivente) è appassionato di storia, uno spaccato, decisamente avvincente, della Francia rivoluzionaria del 1789, e quindi del periodo in cui un boccheggiante Ancien Regime fece posto alle velleità di una borghesia ormai matura e che ebbe come simbolo l’invenzione di Joseph-Ignace Guillotin (che ne fu promotore, in realtà, non inventore): un argomento che bisogna amare e aver studiato per entrare a pieno nella comprensione del tessuto socio politico e quindi nel godimento pieno delle finezze del titolo di Joy Manufacturing Co.
Questo sarà un vincolo quasi imprescindibile, anche perchè il contesto è supposto come conosciuto e quindi termini quali terzo stato, stati generali, ma anche solo le vicende storiche che potremo influenzare, assumono significato solo in coloro che saranno appassionati dell’argomento.
Detto questo è anche vero che un approccio più generalistico potrebbe stimolare l’approfondimento di certe tematiche e ricamare quindi tutti i dettagli mancanti in corso d’opera: l’ambientazione, nei lunghi dialoghi e nelle diverse usanze sociali del periodo, viene descritta minuziosamente, a tratti con punte di pura poesia, e ci si sente in maniera convincente catapultati in quel turbolento finale del 1700.
La nostra presunta scalata sociale
Yvette, la protagonista del gioco, è una giovane donzella della campagna francese che intrattiene un rapporto epistolare con il nobile Armand, il quale, per meglio interagire con la stessa, decide di invitarla nella sua magione parigina suggerendole quindi di raggiungerlo nell Île-de-France.
Ovviamente i dubbi naturali sul lasciare una vita conosciuta per cercar fortuna nella grande capitale attanagliano i pensieri di Yvette, ma la famiglia che dovrebbe fare da filtro è più che mai felice di lasciarla partire e ansiosa dei privilegi che possono derivare da tale frequentazione.
Il gioco inizia proprio su un carrozza diretta a Parigi, o meglio, al luogo di incontro dove Armand l’ha indirizzata, il “The Orphan’s Feast“, in cui saremo tenuti a cercare il nostro avventore, aimè senza fortuna, dinamica che apre da subito in noi lo spiraglio del dubbio sull’effettiva veridicità di taluni racconti.
Yvette, però, e ne avremo misura sempre nel gioco, non è una ragazza che si lascia abbattere facilmente e sfruttando l’indirizzo delle missive riesce a giungere all’abitazione del nobile Armand scoprendola in malora e decisamente poco dignitosa.
Ma ormai saremo catapultati in un mondo fatto di giochi politici, pettegolezzi, cura delle maniere, poichè da subito la domestica ci illustrerà i nostri doveri, non ultimo un invito a cena per il giorno successivo in cui saremo presentate alla nobiltà francese: il problema sarà che a detto avvenimento dovremmo presentarci senza Armand, che, a quanto pare, si trova in cattive acque per le sue idee politiche.
Inutile dire che il nostro debutto nell’alta società sarà una grande trappola, orchestrata dalla corrente rivoluzionaria per umiliare il nostro partito, o meglio l’onore dello sfuggevole Armand, dipinto come una persona detestabile e intimato a non mettere più piede in detti eventi.
Insomma, quella che sembrava una delle tante fiabe Disney o un racconto in stile Elisabetta di Baviera (Sissi), si rivela un intrigante pasticcio socio-politico: è solo il marzo del 1789 e il nostro futuro e quello della Francia intera è anche nelle nostre mani, a seconda dell’influenza che sapremo conquistarci, tale da portarci agli onori monarchici, o alle velleità liberali, o piegate sotto la lama della ghigliottina con il boia pronto a eseguire la fatale sentenza.
Una struttura che non ti aspetti
A un primo sguardo approssimativo, Ambition: A Minuet in Power!, potrebbe sembrare un’avventura grafica narrativa basata in gran parte sui dialoghi tra le varie personalità, con scelte di maniera che influenzano la vicenda: in verità, seppur non sia certo privo di questa componente, il cuore del progetto è completamente diverso.
Si tratta, infatti, di un gioco a turni scanditi dallo scorrere dei giorni, infarcito di alcune microgestioni e luoghi dove investire le proprie risorse in scelte di approccio che andranno a influenzare gli impegni successivi.
Nella mappa di Parigi troveremo, quindi, diverse attività selezionabili, tra le quali l’emporio per i vestiti (utili per influenzare in maniera positiva le nostre cene di gala), le mescite (per informarsi sugli ultimi pettegolezzi), la stamperia (dove potremo vendere i nostri gossip), ecc..
Accettare o non accettare l’invito. La compravendita del gossip.
Selezionando talune attività, aumenterà anche stanchezza e stress, parametri che potranno inficiare le performance nei successivi appuntamenti che sono poi il fulcro del gioco: è quindi utile, ogni tanto, riposarsi a casa saltando il turno.
Avremo un’utilissima agenda in cui saranno segnalati tutti i nostri inviti, potendo così programmare strategie settimanali: gli stessi, essendo appunto inviti, sono declinabili, ma molto ben documentati a seconda di quale delle fazioni in gioco potremo infastidire o onorare.
Se vorremo dare sostegno alla monarchia sarà quindi utile non mancare a dette cene, ma la parte forse più interessante è la possibilità, partecipando a eventi rivoluzionari, di vendere informazioni compromettenti per indebolire tale fazione, in un ventaglio di possibilità decisamente intrigante e strategicamente paganti.
Ma la magnificenza del titolo, e la cura storiografica che sta alla sua base, si manifesterà quando capiremo come tutto quello che stiamo costruendo, tutto il prestigio e l’onore che acquisiremo, o il grado di rischio, siano sapientemente incastonati in vicende del tutto accurate: ogni personaggio, ogni avvenimento, ogni colpo di scena ha una base storica, che può andare dai Fratelli Montgolfier e i loro palloni volanti con le effigi reali, a pittrici del tempo, politici come Talleyrand, tutto è legato a quello che effettivamente accadde, con i medesimi personaggi che i libri di storia ci hanno raccontato.
La nostra funzione è di pedine di un mondo complesso, fatto di varie influenze, che possono andare dal primo stato (il clero) al secondo stato (l’aristocrazia) al terzo stato (la plebe), alle forze dell’esercito Francese, o ancora la Borghesia, per finire alle forze liberali della rivoluzione; tutto questo rappresenta un delicato e complesso esercizio di furbizia e compromessi: abbiamo trovato estremamente interessante il ventaglio di possibilità offerte nell’indirizzare una partita verso l’uno o l’altro fronte, con conseguenze a domino non prevedibili, anche perchè la nostra sola arma sarà il fascino, in un certo senso la sensualità, gli appoggi e le amicizie e in ultimo, ma forse più importante, l’oratoria.
Ambition: A Minuet in Power!, inoltre, mostra un’anima decisamente gestionale: avremo 2 parametri sempre da tenere d’occhio, il grado di fascino e di pericolo, che a seconda dei nostri azzardi o ammiccamenti aumenteranno e diminuiranno, ci sarà la gestione economica, per pagare affitti e domestici, vestiti, regalie per le cene: in particolare gli abiti offrono parametri quasi da RPG, dove i punteggi saranno però esclusivi per l’influenza che avranno sulle fazioni.
Sarà fondamentale vestirsi in modo consono a seconda del tipo di cena per avere più possibilità di ricavare informazioni utili alla nostra causa, in particolare durante queste occasioni si aprirà una mappa generale dell’ambiente con i vari gruppetti di persone con cui poter interagire e solo 2 turni per poterlo fare: in pratica questo comporta che non si potrà parlare con tutti, sarà la nostra discrezione a decidere la strategia.
Come dicevamo all’inizio del capitolo, dove ci aspettavamo uno schema tutto sommato consolidato, ci troviamo qualcosa che ambisce a molto di più, riuscendoci egregiamente: la sensazione di controllo, una volta comprese alcune meccaniche, è decisamente appagante.
Alla lunga abbiamo notato che alcune azioni ripetute tenderanno a diventare narrativamente ricorrenti, ma paradossalmente questo aspetto, che potrebbe aprire lo spiraglio di un difetto, ne migliora il ritmo, potendo velocemente entrare nel mood del luogo, anche grazie al delizioso accompagnamento sonoro.
Non servono i poligoni per raccontare una bella storia
Processore | R7 2700U |
Scheda Grafica | Integrata Vega 10 |
Ram | 16 Gb 2400 Mhz |
Hard Disk | 250 Gb SSD |
Seppur i disegni, le ambientazioni, e il tipo di rappresentazione si adattano molto bene al tipo di prodotto, non si può certo dire che l’aspetto tecnico ambisca ad alte vette: le animazioni presenti sono semplici immagini PNG sovrapposte a un fondale, e tutto è lasciato alla narrazione scritta, se non per esclamazioni che introducono un cambio di registro.
Non vi è invero molto altro, schermate ordinate, con un’interfaccia molto intuitiva, e sul nostro sistema di prova un frame rate imbarazzante su Vega 10, ovviamente in senso positivo.
Diverso discorso per il sonoro: incentrato sulla musica classica, è una componente che non si può non amare, sempre molto d’atmosfera, preciso, dinamico quando serve, mesto, mai fuori dalle righe (o dallo spartito), più volte ci siamo fermati a tambureggiare le marce, o incantati nella sua magica atmosfera, quasi fossimo realmente in quel mondo effervescente che ha rappresentato il periodo rivoluzionario.
Epilogo
Raramente ci troviamo di fronte a un videogioco che ci sorprenda davvero, un prodotto che probabilmente sarà rivolto a una nicchia di malati di vicende storiche, ma che fa tutto così bene, senza grossi fronzoli o pretese, concentrandosi su una struttura più complessa del previsto, forse con una curva di apprendimento che non sarà quella dei classici adventure games narrativi, ma semplicemente poichè non è nulla di tutto questo.
Se avrete la pazienza di approcciarvi a Ambition: A Minuet in Power! con una buona dose di infarinatura storiografica e una conoscenza media dell’inglese (unico idioma supportato) saprà regalarvi veramente un’esperienza appagante e divertente, ricca di colpi di scena e dettagli squisiti, facendovi sentire al centro di un periodo frizzante e poliedrico.
Starà poi a voi costruirvi il successo o soccombere sotto la lama della condanna.