Blightbound Review

by Francesco Viscardi
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Sviluppatore:Distributore:Versione testata:Costo:Data rilascio:
Ronimo GamesDevolver DigitalSteam19,99 Euro27/07/2021

Nelle avventure del variegato fantasy videoludico c’è sempre stato spazio per tutto, tuttavia è innegabile che come pubblico ci sia un amore particolare per quello più crudo e oscuro, dimostrato da opere eccellenti come Darkest Dungeon, The Witcher o il più recente Diablo II – Resurrected.
In quel mondo indipendente di cui spesso parliamo, tale dark fantasy è uno dei generi più abusati per via del successo di cui sopra. Non guasta poi l’attenzione che si dedica a From Software (Elder Ring) e la facilità con cui viene visto un prodotto che fa della difficoltà crescente un vanto, quasi quanto la grettezza dell’art direction.


Blightbound è un esperimento che si accosta a questa corrente, ideato da Ronimo Games che ricorderete per Awesomenauts. I creatori di uno degli indie più in voga dei tempi andati (e ancora oggi attivo) hanno voluto spostarsi sul fantasy con un RTS strategico, prendendo poi la direzione da Action- RPG a scorrimento “orizzontale” e che abbiamo avuto il piacere di provare su piattaforma Steam.


L’OSCURITA’DEL “BLIGHT”


Gli incipit delle storie fantasy finiscono un po’ per assomigliarsi tra loro, in particolare quelle dai connotati dark che puntualmente vedono un antico male sorgere dalle viscere della terra o essere generato da esseri immondi.
L’intero mondo di gioco in Blightbound è stato avvolto da una fitta nebbia chiamata “Blight”, capace di portare le persone alla pazzia consumandole dall’interno.
Pochi e valorosi eroi decidono così di riunirsi e avventurarsi per brevi spedizioni, in quello che sembra essere un inferno gotico precipitato sulla terra, nella vana speranza di trovare altri sopravvissuti e riuscire a sopravvivere un po’ più a lungo


La cosa curiosa di questa trama è che non sembra lasciare speranze al giocatore, dandolo già per spacciato nei primissimi istanti, ma ben presto un barlume di fiducia si accenderà, costringendoci a rincorrere la luce in fondo al tunnel, run dopo run.
La voce narrante ci guida così in cima ad un monte, laddove la nebbia, per ora sembra non poterci raggiungere.
Qui scopriremo che tre eroi hanno trovato rifugio e che i loro poteri uniti, possono in qualche modo tornare estremamente utili.
Non che la fantasia di Ronimo abbia colpito nel segno in questo caso, visto che le tre classi sono le più classiche di sempre con un barbaro guerriero, un mago e una assassina pronti a prestare i loro servigi.
Tuttavia, prima di iniziare la nostra avventura, scopriremo che non sarà possibile scegliere una classe specifica, ma questa ci verrà invece assegnata casualmente, non appena altri due giocatori, reali questa volta, si uniranno a voi.


SOTTO LA PIAGA.. NASCE L’EROISMO


L’impostazione di Blightbound parte da subito come studiata per un party composto da 3 persone con 3 ruoli specifici.
Proprio così, Blightbound è un gioco online e sebbene il titolo preveda una sorta di IA per i compagni di avventura, non è assolutamente pensato per essere affrontato in solitaria e, a dirla tutta, indagando abbiamo scoperto che nella versione Beta non era nemmeno possibile farlo. È però un gioco da tenere in seria considerazione se abbiamo amici lontani o se siamo soliti giocare online, visto che il divertimento che ci attende resta davvero alto.
Con il nostro eroe pre-assegnato potremo così decidere quale missione affrontare da un pool di obiettivi predeterminati, che ci porteranno ad esplorare via via ogni angolo più nascosto della regione.
Si inizia da istanze semplici, con poche stanze e quest basilari, piene di nemici ma utili a scoprire le meccaniche basilari di combattimento. Tre sono le abilità principali a nostra disposizione, legate unicamente al cooldown, più un’abilità speciale legata a una risorsa (che può essere il mana per il mago o i punti combo per l’assassino) e una Ultimate da sfogare nei momenti più complessi.


Si tratta di un titolo pensato per il pad, ma che trova la sua massima espressione anche con l’utilizzo di tastiera e mouse, un dungeon crawler bidimensionale che prende a piene mani dai vecchi picchiaduro a scorrimento e degli hack ‘n’ slash più iconici, con una formula che ci ha davvero stupiti.
Mano a mano che le cose si faranno più complesse i nemici diventeranno più resistenti e i puzzle ambientali richiederanno via via maggior coordinazione. Se all’inizio infatti dovremo solo attivare qualche cristallo contemporaneamente o schiacciare dei bottoni all’unisono, dopo una manciata di ore dovremo aprire cancelli mentre schiviamo trappole mortali, o sacrifichiamo un membro del nostro team per raggiungere un tesoro nascosto.
Fortunatamente a guidarci nell’esplorazione ci sarà sempre una minimappa, non comodissima, ma sufficientemente chiara a dipanare i nostri dubbi più esasperanti sulla direzione da intraprendere, mettendoci infine faccia a faccia con boss giganteschi pronti a farci a pezzi.


DARK (FANTASY) E’ BELLO


Sistema Prova
Processore: AMD Ryzen 5 3500U – 2.10 GHz
Scheda Grafica: Radeon Vega Mobile Gfx
Ram: 8 Gb
Archiviazione: SSD Western Digital 256 Gb

Il mood estetico da dark fantasy di Blightbound raggiunge sicuramente il suo picco più alto nel design dei personaggi giocabili e delle creature nemiche, con buone punte di ispirazione nell’ambito dei dungeon che fanno da sfondo alle indomite azioni del manipolo di eroi.
A tal proposito, il “bestiario” accoglie mostruosità di ogni genere che ricordano quelle di Darkest Dungeon, che con l’opera di Ronimo condivide l’atmosfera lugubre e malsana che si respira in certe ambientazioni: centauri deformi, cultisti demoniaci e teste infuocate sono una parte dei boss che ci sbarreranno il cammino, insieme a energumeni corazzati e nemici che di umanoide hanno soltanto la forma.


Sotto il profilo tecnico si nota una certa semplicità nelle animazioni, basilari e tutt’altro che complesse per un gioco in 2.5D, ma senza che il colpo d’occhio ne risenta oltre il dovuto.
Le problematiche maggiori le abbiamo riscontrate nella poca stabilità, tra qualche crash dell’applicazione di troppo e bug sparsi che ci hanno fatto pensare, sotto sotto, che Blightbound sia ancora catalogabile come un progetto work in progress, o che non abbia mai lasciato del tutto l’iniziale fase in Accesso Anticipato.
Non essendoci di un comparto narrativo di prim’ordine, o particolarmente ricco di testi, l’assenza della localizzazione in italiano è una mancanza perdonabile ma che per dovere di cronaca va comunque segnalata.
Il comparto audio è piuttosto in linea con quello tecnico e si assesta su una piena sufficienza, con accompagnamenti musicali orecchiabili ma non memorabili e un discreto doppiaggio che dà voce ad alcuni dialoghi recitati dai personaggi.



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