Tom Clancy’s Rainbow Six Extraction: Review

by Fabio Musso
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Sviluppatore:Distributore:Versione Testata:Costo:Data di rilascio:
Ubisoft MontréalUbisoftUbisoft Connect39,99 euro20/01/2022

A distanza di alcuni anni dal rilascio di Tom Clancy’s Rainbow Six Siege, Ubisoft Montréal ha finalmente terminato lo sviluppo di Rainbow Six Extraction: lo stesso rappresenta l’evoluzione della modalità Outbreak di Rainbow Six Siege, sviluppata nell’ormai lontano Marzo 2018.

Ci troviamo alle prese, quindi, con un gioco cooperativo online PvE tattico (Players vs Enemies) che punta a creare un’atmosfera inquietante, cupa e snervante e che si inserisce nel panorama attuale come fresca alternativa ai popolari Battle Royale che spopolano nelle arene on-line, puntando, appunto, sulla condivisione dell’esperienza.

Un asset decisamente, però, più tattico, snervante, svilente per il giocatore che senza la giusta preparazione potrebbe imboccare la triste via della frustrazione.

Districandoci, quindi, tra ambientazioni ostili e cupe cercheremo di riuscire a completare le missioni affidateci dalla base di comando ed a tornare indietro sani e salvi.


L’INFEZIONE E LA FINE DEL MONDO


Tom Clancy’s Rainbow Six Extraction è ambientato in un mondo minacciato da una delle tante invasioni aliene, che, in questo caso, è perpetrata da una razza che prende il nome di Achei, i quali attaccando alcune città terrestri sono portatori di una sorta di epidemia batteriologica scura della quale ci dovremo sbarazzare onde liberarle.

Insomma una premessa banale, ma bisogna pur creare un nemico con il quale combattere e che giustifichi i nostri sforzi.

Proprio per questo ingrato compito le organizzazioni mondiali hanno istituito un corpo speciale atto a rispondere adeguatamente ai novelli E.T. chiamato Rainbow Exgenous Analysis and Containment Team (REACT) di cui, ovviamente, prenderemo le redini

Il nostro primo teatro di guerra sarà il New Mexico dove avremo il battesimo del fuoco, ma a distanza di un paio di anni (videoludici), anche San Francisco, New York e la regione delll’Alaska verranno rapidamente sommersi da nuove ondate d’infezione, obbligando quindi lo spiegamento del REACT il prima possibile e con la massima urgenza.

Rainbow Six Extraction non ci catapulterà, però, subito nell’azione vera e propria, ma dovremo iniziare il nostro apprendistato con un tutorial VR all’interno della base che ci spiegherà le meccaniche di base del gioco; solo successivamente sarà disponibile la mappa della città di New York e una squadra composta da 9 operatori tra cui scegliere.

Ovviamente con il progredire e il dipanarsi della partita verranno abilitati nuovi scenari e personaggi: in totale, al momento, sono presenti 12 mappe e 18 operatori, e il sistema di interscambio è similare a quello visto nella saga di Xcom, tanto per intenderci, con la possibilità di ferimenti e equipaggiamenti personalizzati.

A differenza del capitolo precedente, però, gli operatori potranno essere sviluppati e con l’esperienza accedere a nuove armi, estetiche o aumentare le proprie statistiche. Per quanto riguarda la personalizzazione sarà possibile modificare le skin del personaggio, gli accessori e l’armamento primario e secondario oltre che, ovviamente, dell’equipaggiamento, tutto passerà attraverso la spesa dei gettoni REACT.

Un’altra novità introdotta nel titolo, decisamente interessante, è la necessità di una indicizzazione precisa degli operatori a seconda della missione, con conseguente rotazione degli stessi onde evitare di “disperderli” ed essere costretti ad andare a recuperarli in spedizioni successive.

Tutti i personaggi sono dotati di una barra della vita che viene mantenuta tra le spedizioni e, nel caso di morte o, se non raggiungono in tempo della camera stagna o la zona estrazione, si viene dichiarati dispersi ed il corpo del nostro attuale operatore verrà ricoperto di una schiuma gialla per proteggerci dall’infezione. In caso venisse segnalato disperso (Rosso in foto) verrà fornita la possibilità di recuperare l’operatore tramite una missione DIA, che nel caso fallisse eroderà il 30% di esperienza dallo stesso, resucitandolo, però, come nuovo.


BISOGNA RESTARE UMILI, SEMPRE!!!


Quello che più conta, però, a dispetto delle eleganti ma anche noiose pratiche nozionistiche, è il Gameplay.
E’ ovviamente scontato dire che essendo un prodotto Cooperative, o pensato per questo tipo di assetto, la fruizione single player risulta alquanto problematica, ma non impossibile: quello che abbiamo rilevato è un certo squilibrio di utilità dei nostri operatori, che si dividono tra assolutamente indispensabili (per le loro abilità) ad indubbiamente inutili (sempre per le stesse) senza la giusta via di mezzo.

In secondo luogo, pur capendo la natura tattica del prodotto che lo vuole allontanare da un Left 4 Dead, i livelli di difficoltà oltre il facile sono veramente troppo sfidanti e frustranti, senza contare la dipendenza, in questo caso, dalle mosse dei propri supporti umani, che possono incidere troppo sulla buona riuscita della missione, anche in squadre dove 2 su 3 sono giocatori di un certo livello.

Aggiungiamo poi che il sistema di progressione degli operatori non è proprio il massimo, quello che si percepisce è una costante inadeguatezza rispetto alle esigenze della missione, a meno di sporadiche sezioni dove per una propizia congiuntura astrale avremo quello che ci serve quando ci serve.

Passando invece alle concrete dinamiche all’inizio di ogni partita verranno mostrate per un paio di secondi la mappa che si andrà a giocare e gli obbiettivi da portare a termine. Ogni ambientazione sarà divisa in tre settori che conterranno all’interno un obbiettivo da portare a termine, che possono essere di varia natura a partire dal salvare uno scienziato intrappolato al dare la caccia a determinati tipi di nemici, ma non sempre riusciremo nel nostro intento rischiando la pelle nostra e dei nostri compagni (se giocato in co-op). La dinamica interessante è che il fallimento di uno o più obbiettivi non compromette per nulla la spedizione in quanto sarà possibile accedere al settore successivo tramite la camera stagna ed iniziare l’esecuzione dell’obbiettivo conseguente senza problemi.

Durante le spedizione ci verranno forniti poi degli studi (obbiettivi secondari indipendenti dagli obbiettivi primari) che permettono di guadagnare esperienza aggiuntiva ed ottenere piccole ricompense estetiche. Tutta la stessa andrà direttamente ad accreditarsi sul progresso del profilo che di conseguenza ci permetterà di accedere a nuovi operatori, nuove mappe e gettoni REACT utili, nella sezione TECNOLOGIE, per acquistare gadget o accessori per armi.


VISUS


Sistema Prova
Processore: AMD Ryzen 7 5800X
Scheda Grafica: GeForce RTX 3080Ti
Ram: 32 Gb 3600 Mhz
Archiviazione: Samsung QVO 870 4 TB

Rainbow Six Extraction si comporta ovviamente bene a livello prestazionale sulla nostra macchina, garantendo una buona fluidità generale senza casi di stuttering. Il gioco, impostato al massimo livello, presenta alcuni rallentamenti nelle zone altamente cariche di dettagli e nemici e mantiene una media di 55-60 fps mentre, “scendendo” con la configurazione ad Ultra, ottiene tranquillamente i 144 fps.

Utilizzando lo stesso motore grafico del precedente capitolo mantiene la possibilità di distruggere interi settori di mappa, oltre che una buona balistica delle armi e delle ambientazioni ricche di dettagli che rendono immersiva l’esperienza di gioco: da segnalare l’ottimo audio spaziale che permette veramente di capire dove si trovano i nemici basandosi anche sul rumore di fondo ambientale.


ESPLODERE CON LA GIUSTA COMPAGNIA


Rainbow Six Extraction non è un brutto gioco, non è certamente un prodotto per tutti, e non è sicuramente perfetto.
Con i giusti compagni, tanta pazienza e una buona abilità di fondo, può regalare serate piacevoli e di grande soddisfazione.
La troppa dipendenza dall’abilità altrui, un sistema di progressione desincronizzato rispetto alle esigenze e qualche sbavatura, non pregiudicano un giudizio comunque in generale positivo.
Certo ora la serie ha bisogno di un’iniezione innovativa che non intravediamo, ma resta comunque nella sua nicchia davvero soddisfacente.

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Patrick Grioni
Amministratore
2 anni fa

Nella sua nicchia, interessante.