Red Dead Redemption 3: si farà, ma…

by Zethras Gorgoth
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Red Dead Redemption 2, alla propria uscita, fu un vero e proprio fulmine a ciel sereno: è infatti piuttosto raro trovarsi di fronte a titoli aventi il livello di qualità del western made in Rockstar, anche guardando alle uscite più recenti. Ciò che ha reso grande Red Dead Redemption 2, e che continua ancora oggi ad eleggerlo come capolavoro del genere open world, è la sua capacità di farti sentire parte di un mondo vivo e pulsante, coinvolgendo il giocatore su innumerevoli livelli, grazie alla densità di cose da fare e scoprire. Vi starete domandando, a questo punto, il perché di questa passeggiata sul viale dei ricordi, ed il motivo è piuttosto semplice in realtà. Red Dead Redemption 3 si farà. E’ ufficiale.

A darne conferma è il CEO di Take Two, Strauss Zelnick, il quale non soltanto ci informa della propria intenzione di far proseguire la saga (che verosimilmente avrà un protagonista differente ancora una volta) ma ha anche voluto fare chiarezza sulle motivazioni che paiono averlo spinto ad una simile idea.

Se una cosa è davvero, davvero fantastica, continuerà – ha detto alla Jefferies Virtual Global Interactive Entertainment Conference. Non so se l’avete visto, ma io ho appena visto il nuovo film di Bond, è stato fantastico. Vorresti che ogni franchise fosse James Bond. Ci sono pochi preziosi franchise di intrattenimento di qualsiasi tipo che rientrano in quella categoria, ma penso che GTA sia uno di questi, penso che Red Dead sia uno di questi, NBA ovviamente è uno di questi perché il gioco continuerà ad esistere.

Strauss zelnick – take two

Pare, insomma, che l’ormai leggendaria saga Rockstar sia destinata a continuare proprio in virtù della propria qualità e del potenziale che Zelnick vede in essa. Certo è che, tuttavia, dal comunicato rilasciato è emerso anche qualcos’altro, ovvero che il buon Zelnick pare aver assimilato la lezione che in casa Ubisoft si rifiutano categoricamente di imparare: i titoli a cadenza annuale, se non si parla di giochi sportivi, sono un rischio potenzialmente devastante per un franchise avviato. E per quanto concordiamo con questo principio, è tutta farina del sacco di Zelnick. Perchè menzioniamo l’argomento, direte voi? Semplicemente perché come forse è già possibile intuire Red Dead Redemption 3 non vedrà la luce molto presto.

Giochi cosi richiedeono anche che tu sia premuroso e disposto a farli riposare, per dare la sensazione di “wow, questo è un evento raro” – ha spiegato. Ho sempre detto che annualizzare i titoli non sportivi corre il rischio di bruciare la proprietà intellettuale, anche se è un buon gioco. Quindi ci prendiamo il tempo per realizzare qualcosa che riteniamo incredibilmente fenomenale, e facciamo riposare anche i titoli intenzionalmente in modo che ci sia domanda repressa per quel titolo tramuntandolo in un evento speciale.

Strauss Zelnick – Take Two

Insomma, ciò che emerge dalle parole di Zelnick è la volontà di non presentare agli utenti un gioco fatto con lo stampino, basandosi sul pur eccellente Red Dead Redemption 2, ma che piuttosto si voglia procedere col giusto ritmo per creare qualcosa di qualitativamente perfino superiore, in grado di far impallidire il proprio predecessore. Le basi sono buone, le intenzioni sembrano esserlo ancora di più, adesso non rimane che aspettare e vedere se le promesse saranno mantenute. Noi siamo fiduciosi, e voi?

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Patrick Grioni
Amministratore
2 anni fa

Effettivamente concentrarsi su progetti più ambiziosi e curati ma dilatati nel tempo sia una strategia più pagante.